A due anni dalla scomparsa sulla Terra di Ouka Leele, arriva a Roma il corpus “Una movida Bárbara” che raccoglie oltre novanta fotografie, video e scritti che documentano l’animata attività dell’artista spagnola. Seconda retrospettiva dedicata al movimento madrileno ospitata dal Museo di Roma in Trastevere, la mostra è curata da María Rosenfeldt – figlia di Ouka Leele – e Silvia Oviaño .
Figlia d’arte, Ouka Leele – il cui vero nome è proprio Bárbara – ha iniziato la sua carriera con la pittura per poi mai sostituirla, ma perfettamente integrarla, alla fotografia. Il risultato è un’immagine che abbandona gli ormeggi di abituale oggetto bidimensionale e si offre come stratificazione di tecniche e gesti diversificati, quindi di forme e significati nuovi.
L’estro di Ouka Leele si rivela tutto nella costruzione di una terza dimensione surreale e coloratissima, la cui base è sempre la realtà in bianco e nero – quella dei volti, dei corpi e delle ambientazioni a lei familiari – che gli acquerelli sovvertono con tinte sature e accese per creare qualcosa di altro e irripetibile perché impossibile sul piano, talvolta noioso, della verità. Nonostante ciò, le pitto-grafie di Leele raccontano ancora oggi lo spirito post regime del controllo di Francisco Franco, quando la comunità artistica spagnola ha potuto riscoprire la libertà, la cultura alternativa, il gusto colorato della trasgressione.
Scritto da Silvia Basile