Usciva nel 2001 “Ali Le Magnifique”, il romanzo di Paul Smaïl che parla (e parla molto perché è un monologo incessante) della vita di un ragazzo francese di origini algerine, che ha ucciso varie persone e cerca, senza trovarlo, il suo “cosiddetto posto nel cosiddetto mondo”.
Girolamo Lucania parte da questo testo, lo riscrive e lo fa sgranare tutto – come fosse un rosario hip-hop – da Alberto Moubakar Malanchino. Come succede spesso per le storie urbane, “Sid” ha un linguaggio feroce, parla molto e soprattutto della cecità per così dire occidentale.
Non è propriamente un monologo perché ci sono anche due musicisti in scena, che interpretano come fosse un’unica onda sonora la storia di Sid, e ci ricordano quanto poco si sappia, tute gold a parte, delle seconde generazioni, dei bambini ora uomini che sono nati qui per restarci.
Scritto da Marina Zucchelli