Non poteva che essere in Calusca, vale a dire al Cox 18. Organizzato dal Cox stesso, assieme alla storica Libreria Calusca e all’imprescindibile (e purtroppo poco conosciuto) Archivio Primo Moroni, in collaborazione con la rivista Millepiani (che per intenderci ha fatto l’anno scorso trent’anni di critica filosofica, con un’attenzione rara all’ecologia sociale e politica) e l’Association Culturelle Eterotopia France, questa prima edizione del Piccolo Salone del Libro Politico si presenta come momento d’eccezione, dal momento che raramente s’è vista riunita una cordata simile di editori, tra i più noti e i meno: Agenzia X, Alegre, Asterios, Bepress, Colobrì, Biblioteca Franco Serantini, Cronopio, DeriveApprodi, Elèuthera, La Fiaccola, Magmata, Manifestolibri, Massari, Milieu, Millepiani + Eterotopia France, Meltemi, Monitor, Nautilus, Odradek, Ombre Corte, Orthotes, Porfido, Red Star Press, Respiro, Sensibili alle Foglie e Zero in Condotta. Piccolo insomma si fa per dire.
Se dovessimo pensare la necessità, o il bisogno questo piccolo Salone, cominceremmo con ironia così: uno spettro, dicevano, si aggira per l’Europa. Una volta era il comunismo, con le sue promesse rivoluzionarie. Oggi è certamente un sostrato consistente di indifferenza e alienazione disparata, di incoscienza politica e un generico disinteresse dissimulato da velleità enciclopediche e protagonismi endemici. Siamo stati cattivi, ma conosciamo abbastanza bene lo stato dei fatti per sapere con qualche grado di certezza come pressoché ogni forma d’emancipazione culturale capace di toccare veramente lo stato attuale della realtà venga troppo spesso imbastita di capitali reputazionali di sorta, di aperitivi se non di brand utilitaristici (e come potrebbe essere altrimenti) e, pensate un po’, di real estate. La cara vecchia sussunzione, termine obsoleto per certi aspetti ma decisamente incistato al fondo dell’esercizio della produzione culturale, s’è fatta carsica. Meno evidente, forse perché sparpagliata e respirata in (quasi) ogni dove.
Se non è da questi presupposti che emerge il reale bisogno con cui questo Piccolo Salone del Libro Politico, ci siamo comunque vicini. Gli invitati sono, finalmente, editori apertamente schierati: libri militanti, impegnati, rivolti a un’assidua critica del presente e del quotidiano, dello stato attuale delle cose. La politica checché se ne voglia, passa per le pagine scritte, per compagni scelti per parole, suggestioni e invenzioni, passa per le storie e i pensieri di chi ha fatto politica in questa maniera prima di noi e con noi. Capirete che la domanda “Come ne usciamo?”, quell’ormai contrita questione della fine del capitalismo o del mondo, non ha soluzione per così com’è posta. Piuttosto, occorre domandarsi dove trovare spazi in cui l’esercizio dell’immaginazione – perché anche e soprattutto di questo parliamo quando si parla di politica, cosa che non si limita all’esercizio del potere o alla gestione dello stesso, ma che rimpasta o sviluppa particelle d’immaginario – possa svolgersi al di fuori dell’ordinario.
Di fatto, quell’unico dibattito previsto per sabato pomeriggio s’intitola Liberare i saperi nella società del controllo (quote fissa e legittima del buon Gilles), con Ubaldo Fadini, Andrea Fumagalli, Michele Lancione, Cristina Morini, Lucia Tozzi, Tiziana Villani e un video intervento di Irvine Welsh. Proviamo una specie di sollievo nel vedere un unico dibattito, significa che si prende bene la mira, che si sa dove andare.
I due giorni prevedono poi una piccola mostra negli spazi dell’Archivio Primo Moroni e della Calusca intitolata Ma chi ha detto che non c’è, dove verranno esposti i materiali dell’Archivio stesso nell’intenzione di ripercorrere la grande ondata rivoluzionaria tra gli anni Sessanta e Settanta, l’Orda d’Oro – per infiammarci, vale a dire farci emergere l’animo da quel brusio in perenne sostrato -, nonché una sessione di Poetry Slam (per Alberto Dubito), alle 14:00 di domenica 9, condotta da Gianmarco Tricarico e Paolo Cerruto.
Buon Primo Piccolo Salone del Libro Politico.
Scritto da Giacomo Prudenzio