Sarà che fra Stranger Things e Baldur’s Gate 3 ultimamente Dungeons & Dragons ha ricominciato a tirare, ma mi capita sempre più spesso di cercare – a volte forzatamente – di incastrare i personaggi dello spettacolo nella matrice del “moral alignment” tanto cara ai fan del D20 (dato a venti facce che, per la cronaca, sono un poser e non ho mai lanciato). Non posso allegare immagini a quest’articolo ma, per intenderci, si parla di quella categorizzazione che va dal “Lawful Good” (Superman, per un esempio spicciolo) al “Chaotic Evil” di Joker e compagnia bella. Oggi, senza che nessuno me lo chiedesse, ho provato a farlo con le star del rap e, se non ho troppi dubbi su dove posizionare alcuni degli artisti che negli ultimi anni hanno sbroccato di più (Azaelia, Kendick e Kanye, per fare alcuni esempi, rispettivamente Chaotic Good, Chaotic Good e Chaotic Evil, a mio avviso), fatico ancora a collocare Doja Cat nello spettro – ovviamente – del “Chaotic”. Fra magliette imbarazzanti, scazzi coi fan, date discutibili e presunte simpatie per lo zoccolo incel, c’è da dire che si è data da fare, seguendo un approccio mediatico “alla Kanye” per intenderci. Mi sarei dovuto insospettire mentre ascoltavo – con discreto gusto devo dire – la potentissima “Fuck The Girls” dell’ultimo “Scarlet”, disco fondamentalmente pop con delle notevoli derive “old-school” che sicuramente non avranno fatto storcere il naso a Lil-Kim.
Chaotic Evil sia, ma con gusto.