Di nome e anche di fatto. Che, per molti, la “ricerca di Dio” possa passare attraverso l’ lsd è cosa nota. Per questi oscuri carbonari di San Francisco, alfieri del rinascimento dello shoegaze almeno un lustro prima che tornasse di moda con alterni risultati, ci si può arrivare anche tramite un bel muro di colate sonore, atmosfere sognatrici, chitarre rumorose, territori psichedelici e sensibilità pop. Certo, i riferimenti restano sempre quelli: My Bloody Valentine, Ride, Slowdive e Cocteau Twins. Ma qui, oltre al giusto tributo, c’è anche un cuore che pulsava di vita propria nell’omonimo ep del 2006 e batte ancora forte nell’appena uscito Heaven Is a Place. Provare per credere: sia che scegliate la via chimica o quella sonora, con loro vi sentirete davvero un po’ più vicini al Dio che ama ancora guardarsi le scarpe.
Scritto da Matthew Le Tissier