È un sodalizio ormai più che ventennale quello che vede insieme la tromba di Paolo Fresu e il pianoforte di Uri Caine. Il loro primo incontro risale infatti al 2002 e da allora il duo è rimasto sempre attivo, talvolta anche ampliandosi grazie ad altre collaborazioni, come quella con il quartetto d’archi Alborada. Nel mezzo non sono mancate le pubblicazioni discografiche, pensiamo a “Things” del 2006, presentato all’epoca in Sala Sinopoli, e “Think” del 2009.
Paolo Fresu, trombettista di spicco della scena italiana fin dalla metà degli anni Ottanta, nonché ideatore e direttore del festival Time in Jazz di Berchidda, è del resto da sempre legato alla forma del duo. Ce lo ricordiamo alla guida di innumerevoli formazioni – fra le ultime il tributo a David Bowie con quel “Heroes” che rivisitava la musica del duca bianco insieme a Petra Magoni, Filippo Vignato, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli e Christian Meyer – e se nel jazz italiano ha lasciato il segno con il trio P.A.F. e con il Devil Quartet, di recente è proprio in duo che si è più volte presentato al pubblico romano e sempre proponendo la formula vincente tromba/pianoforte, che fosse quello di Omar Sosa con il progetto “Food” o quello di Rita Marcotulli, con la quale ha calcato questo stesso palco a fine giugno.
Pianista, band leader e compositore, Uri Caine negli anni ha legato il suo nome alle riletture di partiture classiche che spaziano da Mahler a Wagner e a preziose collaborazioni come quelle con John Zorn (Electric Masada, Dreamers, Cobra…) e Dave Douglas. A fine 2022 lo abbiamo visto per il Roma Jazz Festival nel quartetto “The Throw” di Erik Friedlander – altro Zorniano doc – insieme a Mark Helias e Ches Smith, una formazione che avremo modo di ritrovare a breve sui nostri palchi.
Scritto da Carlo Cimmino