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mer 27.11 2024 – ven 29.11 2024

La vegetariana

Dove

Triennale Teatro Milano
Viale E. Alemagna 6, 20121 Milano

Quando

mercoledì 27 novembre 2024 – venerdì 29 novembre 2024
H 19:30

Quanto

€ 22/16/11

Contatti

Sito web

© Andrea Pizzalis

Ieri il Teatro di Triennale Milano era pressoché pieno, fino alla galleria. Almeno la metà degli spettatori tossiva e starnutiva di frequente. Il che ha offerto al primo attore che si è avventurato tra gli scorci di muro della scenografia l’occasione di un po’ di ironia, salute! Lui ci ha accompagnati nel primo atto, il Rosso, con la leggerezza di un uomo ordinario che non sa come parlare della spirale di dolore, violenza e liberazione in cui stiamo scivolando. Infatti esce di scena insieme alla sua incomprensione e alla sua involontaria capacità di farci ridere, nel modo più ordinario possibile, con un divorzio, un mucchietto di fogli ufficiali che anestetizzano la violenza dell’abbandono. Daria Deflorian, Paolo Musio, Monica Piseddu e Gabriele Portoghese danno corpo, sul palcoscenico, a una violenza sottile e delicata. Ormai ci sentiamo continuamente immersi nella violenza. Circondati da guerre, attenti a fatti di politica internazionale che fanno paura e a notizie di cronaca su violenze di ogni genere. Poi andiamo a teatro. E ritroviamo la violenza del mondo, più sottile di una fotografia sul giornale, più sotterranea di un titolone, più reale, incisiva e profonda della realtà stessa.

Grazie alle parole a cui ridanno vita a partire da La vegetariana di Han Kang, i quattro attori raccontano la storia di Yeong-hye, intessuta di quella violenza di tutti i giorni: della famiglia, dell’invidia, dell’amore, quella contro se stessi. Personale ma universale. Nascosta dai “lo faceva per il tuo bene”, eppure capace di uccidere. Lo spettacolo percorre una ripida china che attraversa l’Azzurro chiaro e arriva al Verde, alla foresta dove scappa la vegetariana, dove voleva scappare già da bambina. È la sorella, una sorella che abbiamo già incontrato lo scorso anno qui in Triennale, a raccontarci il verde e a parlare della paura ma anche della felicità, ora che la vegetariana è diventata una pianta: non mangia, non parla, sta a testa in giù, perché le braccia sono le radici.

Scritto da Irene Caravita