I piedi ben piantati per terra nella formazione classica, la testa proiettata verso lo spazio infinito dell’improvvisazione, dell’elettronica e finanche della psichedelia. Se siete tra quelli che sono andati in visibilio per musicisti come Ben Vince e per l’accoppiata cosmica composta da sax ed elettronica, il set live di Laura Agnusdei potrebbe farvi volare altissimo.
Il suo esordio da solista – “Night/Lights” del 2017 su The Tapeworm – è di quelli che meritano attenzione e ripetuti ascolti. Le atmosfere sono prevalentemente notturne, ma vanno via via schiudendosi, passando dal lato della “Night” a quello delle “Lights”. Il sassofono di Laura viaggia libero tra i suoi stessi echi nello spazio, accompagnato da suoni acustici ed elettronici che formano un’ideale cornice intima e intergalattica. Un disco che parla di solitudine, di perdita e scoperta, di oscurità che si trasforma in luce.
Del 2019 è invece “Laurisilva”, uscito per la label inglese The Wormhole. Il nome indica un particolare tipo di foresta subtropicale, un habitat ibrido nel quale gli elementi si mescolano e convivono, e gli strumenti a fiato – in questo caso – vanno a braccetto con l’elettronica.
Ma questi due dischi sono solo una parte della costellazione Agnusdei, che va man mano definendosi: l’origine è con il progetto matto d’avanguardia Sex With Giallone – condiviso ,tra gli altri, con Caterina Barbieri, amica dai tempi della scuola e bolognese come lei -, ovviamente il Conservatorio, poi l’ingresso come sax sull’ultimo album dei Julie’s Haircut, nel frattempo lo studio all’Istituto di Sonologia dell’Aia, presenza in contesti internazionali importanti (tra cui il beneamato Rewire) e un’attività live indefessa dove Laura incrocia il background classico del sax con la sperimentazione analogica e improvvisativa, racchiusa nel 2022 appena trascorsa in una nuova uscita discografica “Laura Agnusdei Trio Live”. Stasera venita al Trenta e ascoltatela a occhi chiusi per garantirvi dei bei viaggioni.
Scritto da Chiara Colli