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gio 17.10 2024 – dom 20.10 2024

Alessandro Serra: Tragùdia

Dove

Arena del Sole
Via Indipendenza 44, 40121 Bologna

Quando

giovedì 17 ottobre 2024 – domenica 20 ottobre 2024

Quanto

€ 23-7

Contatti

Sito web

Foto di Alessandro Serra

Regista, autore, scenografo e light designer molto apprezzato anche all’estero (dai premi per Macbettu al successo della coproduzione ERT La tempesta), creatore di un teatro visionario che spesso si confronta con i testi classici, Alessandro Serra presenta in prima nazionale il suo nuovo lavoro, Tragùdia – il canto di Edipo, che ha debuttato in aprile a Budapest. 

Una riscrittura del mito che attraversa le opere di Sofocle interrogandosi su come sia possibile far rivivere oggi l’essenza della tragedia classica: «in un’epoca di macerie non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta, soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco. Ciò che resta della tragedia: parole senza suono. Ciò che resta della polis: una società di estranei. Ciò che resta del rito: una drammaturgia spenta. Ciò che resta di un mito: una storiella venuta a noia. Ciò che resta di un eroe: un personaggio fuori fuoco. Il canto di Edipo si edifica sulle macerie. Come ricostruire oggi quel sapere collettivo che esonerava il poeta tragico dal dover volgere in prosa il mito e lo legittimava a sollecitare immediate visioni? – si chiede Serra – Come rendere Sofocle accessibile a tutti? Come elaborare il lutto per la perdita della polis e del sacro?».

Per riproporre al pubblico di oggi il personaggio di Edipo, Tragùdia si affida al grecanico, un idioma arcaico tutt’ora parlato fra Calabria e Puglia. «Come consegnare al pubblico la drammatizzazione perfetta del mito perfetto in una lingua non ostile e concettuale, ma musicale, istintiva e sensuale?», continua il regista. «L’italiano – spiega – sembra abbassare il tragico a un fatto drammatico. Abbiamo perciò scelto il grecanico, lingua che ancora oggi risuona in un angolo remoto di quella che fu la Magna Grecia, una striscia di terra che dal mare si arrampica sull’Aspromonte scrutando all’orizzonte l’Etna».

Un’opera archetipo di qualsiasi tragedia, che Aristotele assume costantemente come modello, la tragedia freudiana per antonomasia. In una città ridotta al lumicino, arida, sterile e in decomposizione, espulso come capro espiatorio, Edipo cammina «verso una luce interiore che si manifesterà a Colono, nel bosco sacro in cui verrà letteralmente assorbito dagli dei», liberandosi dal mondo materiale.

ORARI

giovedì, venerdì ore 20.30
sabato ore 19.00
domenica ore 16.00

Scritto da LR