Qualche fortunato li aveva già visti insieme a fine agosto in un evento privato – una sessione di registrazione – accompagnare il sassofonista statunitense Steve Baczkowski. L’intesa era stata immediata ed allora ecco che Marco Colonna al clarinetto basso, Cristian Maddalena allo shamisen ed elettronica, Fabrizio Spera alla batteria si incontrano di nuovo, si trasformano in Yokai, spiriti della mitologia giapponese, e registrano subito quanto realizzato in un album disponibile gratuitamente da pochi giorni su Bandcamp. Oggi fanno la loro prima uscita ufficiale in pubblico e lo fanno al Metro Core, il circolo Arci del Pigneto che ha ormai consacrato i suoi sabati al rito dell’improvvisazione e dove Colonna e Spera sono quasi di casa. È lì che li abbiamo già visti insieme come Free Songs, un trio nel quale si univano al contrabbasso di Mario Cianca, ed a presentare “Nuda Pelle”, una delle ultime uscite su New Ethic Society, con Giulia Cianca alla voce.
Per chi non li conoscesse, Marco Colonna è anche membro di “Eternal Love”, il quintetto guidato da Roberto Ottaviano con Alexander Hawkins, Giovanni Maier e Zeno De Rossi, del trio “Arbo” di Igor Legari con Ermanno Baron, e del quartetto “Opus Magnum”, ultimamente esteso a sestetto, guidato da Ettore Fioravanti. Fabrizio Spera, componente degli ormai storici Ossatura e dei Roots Magic, è forse il batterista romano più attivo nel campo dell’improvvisazione. Ha suonato praticamente con tutti, da Mike Cooper ad Alvin Curran, da Eugene Chadbourne ad Evan Parker, da Tim Hodgkinson a Ken Vandermark.
Cristian Maddalena lo abbiamo invece incontrato per la prima volta al fianco di Barbara De Dominicis, con la quale lo abbiamo visto dividere il palco insieme ad Elio Martusciello, Alessandro Ciccarelli e, ultimamente, Francesco Ziello, già suo compagno d’avventura in uno degli appuntamenti di Altera. Dal 1 novembre Suriname, l’opera sonora realizzata a quattro mani con Barbara De Dominicis, è ospitata nel Sound Corner, lo spazio d’ascolto acusmatico dell’Auditorium Parco della Musica.
L’unione dei tre musicisti promette di mettere insieme il Kabuchi, Toru Takemitsu, Akira Sakata e molto altro. Che dite, vi sembra poco?
Scritto da Carlo Cimmino