Come si accetta un cambiamento? Come si accetta un cambiamento che non si è cercato? Come possiamo accettare il modo in cui questa città sta cambiando? Questa sera ci sarà una grande e bella festa, una festa per una fine e per un inizio. Una festa con le lacrime a bordo occhi e il coraggio nel cuore. Spazio B**K e Volume – dischi e libri si spostano, vanno poco distante e in uno spazio più grande. Che bello! Evviva! Però non l’hanno cercato. Lo fanno perché amano quello che sono, quello che fanno, i valori che racchiudono e il modo in cui hanno scelto di stare in questa città. Lo fanno per tutt* “noi” che li amiamo e che in loro troviamo casa, riparo e avventure dello spirito. Troviamo altre persone che ci fanno sentire vist* e forme di cura. Lo fanno per la comunità che continua a nutrirsi e cercarsi ma lo fanno con una nuova ferita nel cuore. Perché quando si lavora bene e con passione, quando si manifestano forme di cura, non è comprensibile il rifiuto. Il senso di inadeguatezza che spinge a buttar fuori, a rifiutare una forma di valore.
B**K e Volume si spostano perché dove stavano, dove sono nati e cresciuti, nel luogo che non è solo quello dietro le loro saracinesche, ma è la città che hanno scelto, il quartiere che hanno amato, non c’è più posto per loro.
Ovviamente non siamo stupiti da tutto questo, siamo abituati a tutto questo, mancano quasi le parole per raccontarlo, gli striscioni per contrastarlo e i denti per morderlo. Ci sentiamo come se stessero continuando a disegnare un futuro senza di “noi”, senza un senso di cura per le piccole cose, per le comunità e i marciapiedi davanti alle serrande. Per i fiori, i libri, i dischi e le cose fragili ma durature, delicate ma potenti. Potrei continuare questa lista all’infinito e c’è chi ne ha scritto in modo molto più lucido e consapevole di me, ma questo senso di rifiuto continua a fare male. Ogni giorno.
Però oggi salutiamo, abbracciamo e ringraziamo Spazio B**K e Volume – dischi e libri per tenere il cuore saldo e non permettere a tutto questo di cancellarli dalla visione di futuro che vorremmo per tutti “noi”. Per questa città in cui vorremmo tanto restare e vorremmo continuare ad amare, ma non è così che andrà questa storia. Avrà un finale diverso e a noi viene chiesta molta molta più fantasia per immaginarlo. Per disegnare le nuove forme di questo cambiamento che non abbiamo voluto e che non alimenteremo. Ci vediamo in Isola, davanti a quelle amate vetrine di via Lambertenghi per sentirci “noi” e prenderci cura insieme, lottando, sorridendo, ringhiando.
h 19 Canti della fine Canti dell’inizio con Lucia Tozzi, Roberto Maggioni, Pat Carra, Rasta Bello, Livio Colombo e Sofia Masciaga
h 19.30 Musica con Superfreak
Scritto da Annika Pettini