“Princeps Pacis Natus Est”, a prima vista, sembrerebbe il classico concerto di Natale comese ne vedono a decine solo nella Capitale, tuttavia il concetto alla base e l’obiettivo che ne hanno ispirato la realizzazione meritano un approfondimento, motivo per cui ve ne parliamo in questa sede. Il progetto musicale, ideato a scritto da Francesca Briganti, prende forma dall’attuale e drammatico contesto di “guerra mondiale a pezzi” che vede diverse situazioni di distruzione e lutto in giro per il mondo nelle quali, a prescindere dal casus belli e dalle parti in causa, a pagare il prezzo più alto sono sempre gli stessi: gli ultimi e gli innocenti.
In questo tragico scenario, caratterizzato da odio ed estrema polarizzazione, è quanto mai necessario cercare di avvicinarsi l’un l’altro integrandosi in nome del fatto che, alla fine, siamo tutti e tutte esseri umani. Ma in che modo? La musica è certamente strategica in questo senso e il concerto in questione rappresenta un tentativo concreto di comunicare al mondo quanto la diversità debba essere intesa come un fattore di coesione e non di distinzione, di unione e non di separazione.
La performance si pone infatti l’obbiettivo di unire culture musicali di diverse tradizioni – semitiche, latino-medioevali, anglosassoni – attraverso un viaggio nella spiritualità cristiana, reso possibile grazie all’incontro fra strumenti e generi musicali apparentemente distanti nello spazio e nel tempo, ma assolutamente vicini e complementari. Nello specifico, la cantante interpreterà brani in diverse lingue, antiche e moderne, e sarà accompagnata da una varietà di suoni e strumenti, dai synth agli strumenti tradizionali come il ney e l’oud – tipici della musica mediorientale – fino al tin whistle e al violino – caratteristici dei suoni folk delle isole britanniche.
Il tutto sarà arricchito dalla narrazione di Mario Autore, noto per la sua interpretazione di Eduardo De Filippo sul grande schermo. Dunque, fatta questa premessa, non resta che andare a vedere coi propri occhi e lasciarsi trasportare dalla macchina del tempo musicale attraverso le varie epoche, in un viaggio alla riscoperta di suoni affascinanti e storie dimenticate.
Scritto da La Redazione