Se volete avere un’idea di come suona il clubbing contemporaneo c’è una città e un’etichetta a cui potete mirare senza timore di fallire: Bristol e Timedance. La prima ha una tradizione di bassi senza età: una matrice dub che prima si è fatta ammirare sottoforma di trip-hop, poi si è fiondata nei dancefloor, tra sperimentazioni e ritmi spezzati.
La seconda è la label fondata da Batu, che qui ha fatto uscire il suo album di debutto, “Opal (2022), e ha poi scritturato una miriade di campioncini che sono finiti in qualsiasi mix e streaming: Lurka, Ploy, Laksa, Air Max ’97, Hodge, Bruce, Metrist e via discorrendo. Una fonte inesauribile di ribalta-pista che mettono assieme decostruzioni e bassline drittissime, dub e grime, techno e dancehall. Insomma, se stasera avete deciso di non dimenarvi come matti stasera, state lontani dal Lanificio. In caso contrario, portatevi l’asciugamano e un cambio asciutto in macchina.
Scritto da Hattori Hanzo