“I live in freedom in the Netherlands, but I identify strongly with the youngest generation of children living in Iran now. I want their voices to be heard”. Con queste parole, Nastaran Razawi Khorasani, performer iraniana, sintetizza una delle possibili declinazioni dell’arte: quella di dare voce a chi non ne ha. Lo spettacolo Songs for no one porta sul palco pensieri e sogni di due bambini che vivono sotto il governo islamico interrogandosi sul concetto di libertà. Khorasani è sola in scena nel duplice ruolo di intervistatrice e performer, il suo linguaggio, che oscilla tra documentario e poesia, dà vita a un teatro di domande più che di risposte.
Scritto da Francesca Rigato