Se volete le istruzioni per fluttuare in cielo come una piccola nuvola, le potete trovare qui.

Step uno: ascoltare un album dei Delicatoni a piacere. Step due: ascoltare tutta la discografia. Step tre: ripetere all’infinito.

Magari partendo da Delicatronic (2024), l’ultimo progetto della band, dove quasi tutte le tracce fanno ballare e riflettere sull’esistenza al tempo stesso. Esistenza delicata come la zucca di ottobre, che è dolce, sta bene con tutto e ti spezza il cuore quando finisce.
Il sound è club music per cuori tenerelli, anche se il jazz sperimentale di Delicatoni (2022) e Giorno Libero (2019) sopravvive. Anzi, ritorna e si evolve nelle performance imprevedibili dei live, dove Antonio Bettini, Smilian Jack Cibic, Giorgio Manzardo e Claudio Murru si divertono a sorprendere il pubblico mescolando generi. Così le note di piano si mischiano a synth psych pop e la PC music suona bene anche su palco, fuori dalle quattro mura di una cameretta universitaria.

Alla fine, ascoltare i Delicatoni è come vivere in un quadro disegnato con i pastelli a cera. Ma i soggetti sono tutt’altro che prati fioriti o case di campagna: piuttosto siamo noi, ansimanti e sudati fradici, che ci dimeniamo all’Alcazar venerdì 7.