L’edizione di quest’anno di We Will Design – il grande laboratorio sperimentale che ogni anno presenta progetti di designer emergenti da tutto il mondo – è un piatto super condito e intrecciato (forse troppo in stile confondi e fuggi, quindi scusate se ci verrà difficile spiegarci, ma in generale unto è sempre meglio).
L’esposizione è divisa in tre sezioni: Exhibit, Temporary Home e Universities. 4000mq di esposizione raccolgono più di 30 progetti di designer internazionali, insieme ai contributi degli studenti di 11 grandi università e accademie di arte e design, più cinque designer che ricostruiscono i loro studi all’interno dell’ostello di CasaBASE.
Tutto ruota intorno al concetto di making kin (titolo del saggio più citato e meno letto a firma di Adele Clarke e Donna Haraway, che approfondisce il go-to guy di ogni curatore Making Kin in the Chthulucene). L’idea (noi comunque ve lo ripetiamo) è quella di fare meno prodotti e più parentele, di costruire relazioni significative tra umano, non-umano e più-che-umano, sfidando i limiti tra natura e industria, tra centro e periferia, tra progetto e processo artistico.
E in questo senso dentro We Will Design ci sono alcuni di progetti davvero validi, ve li elenchiamo per chi è arrivato fin qui:
Harvest Salon –– Kase Syndikat: questo collettivo di designer riceve ogni anno 150 kg di formaggio da una mucca di un contadino svizzero di Guttannen e ci ha costruito intorno un progetto di economia circolare. È figo e si mangia.
Studio CoPain presenta un progetto di panificazione, il che è una costante quasi quanto le citazioni da Donna Haraway. Questa proposta però è interessante: è una sorta di laboratorio dove il design (dall’ornamento dell’impasto alla timbratura) si fa sulla superficie del pane.
The Ministry of Biosymphony di Kairos Futura trasforma BASE nell’avamposto di un’agenzia governativa alternativa, dove i visitatori assumono una bio cittadinanza in base alle loro affinità ecologiche.
C’è tanto altro dal 7 al 13 aprile a BASE (tipo un campeggio in terrazza per gli avventori del design). Purtroppo, noi su questa pagina abbiamo finito lo spazio, ma l’ex fabbrica Ansaldo ora centro culturale in via Bergognone 34 ne ha per ora praticamente all’infinito.
Scritto da Alessia Baranello