Dopo cinquant’anni, “Profondo rosso” torna a casa. O perlomeno lo fa la sua iconica colonna sonora, registrata a suo tempo da Claudio Simonetti e i suoi Goblin presso i Forum Studios. Il capolavoro di Dario Argento, uno dei film italiani più amati, studiati e citati nel mondo. Insieme a “Psycho” e “The Shining” forma la sacra – o malefica? – triade di visioni imprescindibili del brivido e della devianza della mente umana. Un outsider che è diventato uno dei manifesti globali della paura, un modello o metro di paragone con cui tutti si sono dovuti confrontare.
La musica è stata uno dei segreti del successo di “Profondo rosso”, un amplificatore emotivo che a seconda dei temi eseguiti fa scattare tensione, paura o delirio tanto nei personaggi del film quanto negli spettatori. Un racconto di deformazione dove bellezza formale e violenza estrema si intrecciano e completano. Ogni visione ci fa scoprire particolari inediti del meccanismo argentiano e molte scene sono puro distillato di paura, l’essenza degli incubi più reconditi con cui dobbiamo convivere.
Mezzo secolo e un mese dopo, il film uscì in sala il 7 marzo 1975, eccolo tornare sul grande schermo in versione integrale e rimasterizzata con Simonetti e la sua band che eseguiranno dal vivo la colonna sonora. Insieme ad “Avatar Live in Concert” è senza dubbio l’evento in programma da non perdere nell’edizione 2025 del Roma Film Music Festival. La paura ci può paralizzare certo, ma se gestita e incanalata in maniera corretta, si trasforma in adrenalina e ci rende più vigili e pronti all’azione. Ci ricorda che siamo più vivi che mai. È questa in fondo la lezione di “Profondo Rosso”.
Scritto da Matteo Quinzi