È un concerto speciale quello che Alberto Popolla propone stasera al pubblico della Casa del Jazz dopo l’anteprima al Metro Core in duo con Noel Taylor, un breve tour italiano ed una sortita in terra portoghese. Generalmente ai clarinetti, ma da qualche tempo tornato ad imbracciare anche l’amato basso che suonava nella seconda metà degli anni ottanta negli psichedelici Magic Potion, Popolla è membro fondatore dei Roots Magic, gruppo jazz dalle radici affondate in profondità nel blues del delta, con quattro dischi usciti per la portoghese Clean Feed, e del duo Improgressive con Errico De Fabritiis, tornato a suonare dal vivo a Forte Prenestino a fine gennaio dopo un lungo periodo di silenzio.
Ma non dimentichiamo il più recente dei progetti, quel Cry Baby ammirato a fine marzo su questo stesso palco, che lo vede insieme alla voce di Sabina Meyer, cantante che della capacità di spaziare dal barocco al contemporaneo ha fatto da tempo il suo punto di forza. Oggi Alberto Popolla si offre invece al pubblico romano nella dimensione più intima possibile, con un solo per clarinetto che è un viaggio attraverso il blues. “Really The Blues”, il disco appena uscito per Aut Records, che viene presentato stasera, prende il titolo in prestito da una canzone di Mezz Mezzrow e Sidney Bechet per ripercorrere il cammino di nomi storici come Eric Dolphy, Blind Willie Johnson. John Carter, Jimmy Giuffre e tanti altri, affiancando ai loro brani nuove composizioni dello stesso Popolla e dei suoi compagni d’avventura nei Roots Magic, Errico De Fabritiis e Gianfranco Tedeschi.
Scritto da Carlo Cimmino