È un doppio concerto da segnare subito sull’agenda questo proposto dalla Casa del Jazz, che vede sullo stesso palco il Franco D’Andrea Trio e Tinissima di Francesco Bearzatti.
Fra i musicisti più “giovani” della sua generazione (è del 1941…), Franco D’Andrea si è sempre confrontato con le sonorità contemporanee. Pianista jazz, poco più che ventenne già incideva con Gato Barbieri, per poi formare il Modern Art Trio insieme a Franco Tonani e Bruno Tommaso, ma il desiderio di commistioni – in questo caso con il rock – lo portava negli anni settanta a suonare con i Perigeo. Infinite le collaborazioni con musicisti come Lee Konitz, Dexter Gordon, Steve Lacy o Dave Liebman, lo ricordiamo sul palco dell’Auditorium accanto alle percussioni di Han Bennink ed alla tromba di Dave Douglas. Se le formazioni a suo nome, dal trio, al quartetto, al sestetto, lo hanno portato ad esplorare mondi e periodi differenti del ventesimo secolo, dalle suggestioni dei padri del jazz come Louis Armstrong al Miles elettrico, fino alla musica colta di Satie e Stravinskij. È stato un contest radiofonico in cui diversi musicisti si cimentavano con il remix di un suo brano a mettere D’Andrea in contatto con l’universo dell’elettronica. Nasce così il progetto Electric Tree che lo vede insieme a DJ Rocca ed al sax di Andrea Ayassot, al suo fianco anche nel quartetto e nel sestetto, da cui scaturirà successivamente il duo ormai collaudato con il solo DJ Rocca.
Quello di stasera è invece un trio più legato alla tradizione, quella che va dal blues al jazz delle origini, passando per Ellington e Coltrane. Con un disco uscito lo scorso anno per la Parco della Musica Records, “Something Bluesy and More”, D’Andrea è accompagnato in questa nuova avventura da un nome storico del jazz italiano come Roberto Gatto alla batteria e dal contrabbasso di Gabriele Evangelista, da cui lo separano quasi cinquant’anni di esperienza.
Il secondo appuntamento è con una delle formazioni più innovative del jazz nostrano, quel Tinissima Quartet che abbiamo già tante volte apprezzato sui nostri palchi, da quelli più istituzionali come la terrazza del Vittoriano, passando per l’immancabile Auditorium, a quello autogestito del Parco delle Energie.
Guidato da Francesco Bearzatti, pluripremiato sassofonista, il quartetto, che vede Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso elettrico e Zeno De Rossi alla batteria, nei suoi oltre dieci anni di attività ha sempre giocato con la contaminazione, mescolando jazz, rock e pop, e magari scandalizzando un po’ i puristi quando i fraseggi di un Thelonious Monk venivano “sporcati” da omaggi alle ritmiche di Lou Reed, Police, Queen e Michael Jackson.
Veri e propri biografi per note, i quattro hanno fin dagli inizi constellato i loro viaggi musicali di tributi, dando così vita alla Suite for Modotti, dedicata alla fotografa ed attivista Tina Modotti, alla Suite for Malcom X ed ai successivi Monk’n’Roll e This Machine Kills Fascists, in onore del songwriter Woody Guthrie, fino ad omaggiare nel 2020 per la prima volta un personaggio di fantasia, quel Don Diego de la Vega da noi tutti conosciuto come Zorro. Stasera, in occasione del centenario dalla nascita, verrà riproposta la Suite for Malcom X, che vedrà anche una riedizione in vinile.
Scritto da Carlo Cimmino