A Roma avevano probabilmente già suonato, ma il mio primo incontro con gli Uzeda ha avuto un non so che di surreale. Era il 1992 e si esibivano al Palladium – locale all’epoca usato di frequente per concerti – in apertura ai Lush. Non che i nostri fossero brutti, sporchi e cattivi, ma vederli dividere il palco con quelle ragazze dai capelli azzurri e fucsia che avevano da poco debuttato su 4AD aveva avuto un effetto piuttosto straniante. E non serve dire che gli Uzeda, che allora conoscevano in pochissimi, surclassarono – e di molto – gli headliner.
Anche se si erano formati a Catania già nel 1987, è di lì a poco che tutto sarebbe cambiato. Fondamentale fu l’incontro con Steve Albini, che aveva da poco formato gli Shellac. È con lui, produttore di tanti fra i gruppi che hanno segnato la storia del nuovo rock americano, che avrebbero registrato quasi tutti i loro dischi. Arrivarono poi il contratto con la Touch and Go Records e la session con John Peel negli studi della BBC, subito pubblicata – unico caso di artista italiano – dalla Strange Fruit Records.
È proprio con gli Shellac che li abbiamo visti l’ultima volta a Roma ormai dieci anni fa, un periodo decisamente troppo lungo da trascorrere lontano da una delle band fondamentali della scena noise-rock mondiale. Assenza mitigata solo dalla proiezione al Cinema Troisi di “Uzeda – Do It Yourself”, il film di Maria Arena realizzato grazie ad una riuscita campagna di crowdfunding per raccontare il sogno – diventato realtà – di una band, nato con la spedizione di un demo oltre oceano. Oggi, senza un disco da promuovere – “Quocumque Jeceris Stabit” è del 2019 – ma con tanta voglia di suonare ed incontrare il loro pubblico, gli Uzeda saranno al Wishlist, ospiti del nuovo format TutteCittà. Prima di loro Caterina Palazzi, contrabbassista che ricordiamo leader dei Sudoku Killer, e Tuktu & The Belugas Quartet, orchestra di chitarra ed effetti condotta da Andrea Rinaldi
Scritto da Carlo Cimmino