Una nuova tappa nel percorso di ricerca nella danza contemporanea intrapreso da Ariella Vidach.
Cinque danzatori in scena, riempiono la sala di parole isolate, tic vocali, inciampi, frasi o addirittura interi flussi di coscienza randomici, proiettati sullo sfondo come lettering bianco nel nero totale. Ne risulta un’intrecciata conversazione nonsense tra loro, legittima per la comunicazione interna del “nuovo organismo”, dove l’azione motoria è invece sensatamente correlata allo stimolo e viceversa.
ORARI: venerdì ore 21; sabato ore 20; domenica ore 17
Scritto da Salvatore Papa