Quanto ti ho amato, cara Cat. Per anni i tuoi dischi mi hanno riempito di emozioni. Dal vivo ti ho sempre sostenuta e difesa, anche quando interrompevi i brani ubriaca o singhiozzante. Quando i fan degli Oneida coprivano la tua voce a forza di «Miao miaooo». O quando hai deciso di crescere all’improvviso, pubblicando l’ambizioso The Greatest. Onestamente, però, i tuoi ultimi passi non li ho capiti – da Sun, che sembrava una versione musicale di una crisi di mezza età con tanto di producer electro/francese, al look talvolta al limite dell’auto-sabotaggio. Ma l’amore vero, si sa, è cieco. Quindi sarò ancora in prima fila per emozionarmi di fronte alla tua incredibile fragilità.
Scritto da Matteo Quinzi