Ammetto che vedere la line up della serata sui materiali ufficiali dell’evento, dove Dargen segue il nome di Ghali come se fosse lì a fargli da supporto, mi ha fatto salire un vago coccolone. Ma forse è solo un sintomo di anzianità. Anche perché, a pensarci, di tutta la corrente “post-Maruego” (che comprende pure gli ultimi – paradossalmente derivativi – lavori di Guè e Marra), fra i vari Sfera Ebbasta, Dark Polo Gang e il cinematografico Izi, forse Ghali è quello che mi perplime meno. Anzi, la sua “purple trap” sbilenca ma non troppo drank funziona e diverte, senza prendersi troppo sul serio, forte anche di una produzione audio (vedi il fenomeno Charlie Charles) e video (vedi il videomaker prodigio 16enne Murdaca) di tutto rispetto. Dargen, invece, a mio parere è semplicemente annoverabile fra i migliori cantautori italiani in vita, il suo abstract-emo-rap non ha bisogno di molte presentazioni. Ma quando mi chiedono come sono i suoi live, mi piace dire che «rappresentano tutto quello che avrebbe voluto essere Max Pezzali, nel senso positivo del termine ».