Una grande opera di Gustave Holst, concepita in anni in cui astrologia e teosofia erano particolarmente in auge, che si rifa al libro The Art of Synthesis di Alan Leo, dove ogni capitolo è dedicato ad un pianeta e ne descrive la personalità ed il carattere ad esso associati. Holst è tra i compositori del Novecento più citato e ripreso dal mondo del cinema. Dal celebre motivo di Star Wars John Williams, fino alle colonne sonore di Bernard Hermann per Hitchcock, The Planets di Holts continua a vivere di rimandi, richiami e influenze. Oggi per la prima volta viene allestita la sua opera nella versione degli Esecutori di Metallo su Carta con i visual del video artist Andrew Quinn. Produzione per il festival Contemporarities, da un’idea di Enrico Gabrielli e Sebastiano de Gennaro.

Esecutori:

Daniela Bezzi, oboe
Yoko Morimyo, violino
Pietro Molteni, viola
Matteo Vercelloni, violoncello
Carlo Sgarro, contrabbasso e basso elettrico
Luciano Macchia, trombone e flicorno tenore
Emanuele Maginzali, tromba
Luca Medioli, corno
Sebastiano De Gennaro, percussioni ed elettronica
Matteo Lenzi, percussioni ed elettronica
Ethel Colella, arpa
Damiano Afrifa, pianoforte e organo elettrico
Enrico Gabrielli, clarinetti, flauti, tastiere