Ve lo ricordate quel mix di adrenalina, spavalderia e incoscienza che trasudava la scena dell’evasione di John Dillinger dal carcere di massima sicurezza nel film Nemico Pubblico di Michael Mann? Ecco, immaginatela in versione splatter – ancor più violenta e claustrofobica – e salite sull’auto in fuga dei Dillinger Escape Plan. Le scorribande a mano armata della band americana vanno avanti ininterrottamente da 20 anni, praticamente senza mai staccare il piede dall’acceleratore: una folle corsa all’insegna di un grindcore via via sempre più contaminato (dalle contorsioni free-jazz alle derive post-hardcore). Negli anni hanno cambiato tre cantanti (per l’album Irony is a Dead Science c’era Mike Patton al mic, ora vi conviene stare attenti agli stage diving funambolici di Greg Puciato), incastrato inserti elettronici sulla scia dei NIN e azzardato qualche apertura melodica. Hanno messo d’accordo “punx” e metallari, ma soprattutto mantenuto intatta la furia iconoclasta che li contraddistingue da sempre – soprattutto in sede live, dove sono probabilmente impareggiabili per impatto sul pubblico. Ora dicono di voler smettere – stessa decisione presa quest’anno dagli Unsane… sigh! – eppure il disco dell’eventuale congedo, intitolato Dissociation, è l’ennesima tegola in testa di una band ancora assetata di sangue e impossibile da mettere in gabbia.
Scritto da Lorenzo Giannetti