Incipit: Questo è un articolo che mai avrei voluto scrivere e invece eccomi qui, puntuale come il “mai” prima di “una gioia”. Il Rashomon Club, dopo undici anni di onoratissima carriera, chiude i battenti e con lui se ne va un’epoca: dopo il marxismo e la Roma di Zeman, fugge via l’ultima utopia rimastaci, abbandona le nostre vite un luogo incatalogabile, un elogio alla follia sotto forma di scatola nera dove, chi scrive, ha lasciato un pezzo di cuore, oltre a gran parte di fegato e cervello. E allora concediamo un ultimo addio all’arcobaleno più corvino del mondo, ricordando il miniprivè criminale, quello che per scalarlo necessitavi di un training intensivo con Messner, gli shot in consolle più simili a una Royal Rumble, l’allegro bombing di coriandoli e palloncini sopra i dischi in azione, le pistole ad acqua modificata, le notti che duravano giorni e i giorni interi condensati in una notte. Rendiamo omaggio a chi ci ha costretti a domeniche inappetenti e a lunedì mattina impresentabili, chi ci ha provocato sbalzi d’umore, sensi di colpa, istinti autolesionisti e aurore boreali nell’anima, perché un giorno, guardandoci indietro, tutto questo ci mancherà da morire. Addio Rashomon Club, a modo tuo ci hai voluto bene.

https://www.youtube.com/watch?v=fnLY5pmVaC4

VALERIO STEFANORI