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mar 11.07 2017

Michael Chapman

Dove

Monk
Via Giuseppe Mirri 35, 00159 Roma

Quando

martedì 11 luglio 2017
H 22:00

Quanto

up to you

Cornovaglia, marzo 1967. Piove a dirotto e uno studente d’arte dello Yorkshire cerca riparo proponendo ai proprietari di un pub di suonare gratis per un’ora. Loro non solo accettano ma, dopo averlo sentito, gli chiedono di rimanere a suonare anche per tutta l’estate. È così che inizia la carriera di Michael Chapman, leggenda folk britannica al pari di un Roy Harper o un Bert Jansch: voce fumosa, amara e malinconica e uno stile chitarristico innovativo e unico che insieme formano il suo particolare blues, a volte cosmico, a volte terrigno. Il suo meraviglioso debutto Rainmaker – del 1969, che però sembra pensato da un Jim O’ Rourke al massimo della forma – fu prodotto e suonato dalle stesse persone che poco dopo avrebbero contribuito all’esordio di Elton John. Elton avrebbe voluto anche Michael come chitarrista, ma lui ha continuato per la sua strada. Meglio per noi, che abbiamo potuto godere di una carriera musicale sempre diretta verso stili e ricerche personali, a cui dobbiamo dischi di culto come Millstone Grit – dove il Nostro imbraccia l’elettrica tra liquidità psych e feedback che influenzarono un giovane Thurston Moore. Oggi Chapman è in tour a presentare 50 (numero di registrazioni da lui pubblicate), uscito per l’etichetta di freak-folker americani Paradise of Bachelor e suo primo disco dichiaratamente “americano”. Come sia passato dal suonare con Mick Ronson – se ascoltate il suo Fully Qualified Survivor, il Bowie di Hunky Dory vi suonerà quasi come una copia addomesticata – al registrare album con elementi della No-Neck Blues Band a questo punto è un affare che non dovrebbe stupire. Ma sarà dal vivo che questa cosmica epopea folk si schiuderà per intero, nell’imprevedibile fingerpicking di Michael Chapman.

Scritto da Marco Caizzi