Facile parlare di birra artigianale oggi. Tutti seguono la cresta dell’onda, il movimento brassicolo nazionale e internazionale è in fermento e i timori che un prodotto come la birra, più “povera” del vino, meno complessa e meno consumata, possa attrarre tanto pubblico, sono decisamente svaniti da tempo. I microbirrifici spuntano come funghi dopo la pioggia, ma non tutto è oro quello che luccica. Il villaggio della birra nasce quando ancora tutto questo fervore per la birra artigianale era una flebile speranza più che una granitica certezza. Voluto da esperti e appassionati per altri appassionati, più o meno esperti e curiosi, giunge quest’anno alla sua dodicesima edizione. Le indicazioni sono le stesse degli anni precedenti: birra a fiumi, una selezione attenta di produttori provenienti dai quattro angoli della terra, artisti e musica live e la bucolica cornice del borgo di Buonconvento, circa 25 km da Siena.
Quest’anno gli amici mastri brassicoli invitati sono più di 30, e includono tra gli altri passaporti russi, neozelandesi, norvegesi e spagnoli, oltre ai tanti birrifici belgi. Il programma prevede laboratori (prenotazione obbligatoria), degustazioni con sigari toscani, animazione per bambini, concerti dal vivo, un tattoo contest e una mostra di chitarre vintage in una tre giorni all’insegna della qualità, della genuinità e dell’amicizia.

Cristina Corrado