Passare dalla Darsena e fermarsi a scrutare le due figure umane di colore rosso e azzurro che si intersecano in una posa intensa, ma decadente, prossima alla morte, all’interno dell’Edicola Radetzky significa essere dei voyeurs che spiano un momento intimo. I due amanti dell’opera Per sempre, installata come fosse in una teca di un museo archeologico, visibile giorno e notte, sono la rappresentazione dell’immaginario di Giovanni Copelli che indica allo spettatore la sua poetica racchiusa tra amore ed eros. L’opera di Copelli indaga la rappresentazione del sentimento umano: dopo le due mostre Eros Capitolino e L’Amore vince tutto, l’artista prende atto della fisicità degli amanti e li realizza in una scultura, poi dipinta. Questo corpo raddoppiato prende vita tra volti, braccia e gambe legate in una drammatica concatenazione. Per sempre è una “rivisitazione in chiave contemporanea del mito, le tematiche legate all’amore e alla sessualità sono soggetto della ricerca e poetica di Copelli”, scrive Simona Squadrito, curatrice del progetto espositivo. Un progetto che attrae il viandante e che richiama quegli Amanti di Valdaro scoperti alle porte di Mantova nel 2007, ripresi poi da Marzia Migliora. Qui però, all’edicola, i soggetti sono due scheletri, non le romantiche mummie “in amore” di Copelli, che qui divengono “rivisitazione delle immagini, non del mito. Fascinazioni, ossessioni, fantasie particolari” dell’artista che le rende pubbliche.
Scritto da Rossella Farinotti