Proprio in questo 2015 la carriera del folletto venuto dalla terra del ghiaccio compie un quarto di secolo. Venticinque anni vissuti molto intensamente, tra capolavori, eccentricità, crolli nervosi, pacchi bomba bloccati in extremis, isolamento, prove attoriali per il “Dogma 95” – il movimento cinematografico creato e fondato dai registi danesi Lars von Trier e Thomas Vinterberg – cadute, risalite e molto altro. Ci sono insomma tutti i presupposti per riempire con la vita dell’ormai cinquantenne Björk Guðmundsdóttir qualche tomo della Treccani o farci un documentario lungo almeno un paio di giorni. I primi due album Debut e Post le garantirono la venerazione di una buona fetta del meglio dell’elettronica anni Novanta (vedi alla voce Goldie o Howie B) e anche l’interessamento della regina del pop Louise Veronica Ciccone, ma rimane il personalissimo, oscuro e dissonante Homogenic il suo apice artistico, la punta di diamante del suo catalogo. Da lì in poi la discografia diventa ondivaga, ma un suo concerto rimane comunque un’esperienza sensoriale imperdibile. Mentre noi qui siamo ancora alle prese con Carmen Consoli, amen.
Scritto da Shinobu Hosokawa