Il clarinettista magico torna in città. Stavolta però, più che un viaggio verso Oriente – come quelli a cui ci ha abituato sia con la produzione da solista, sia con la Piramide di Sangue – il suono del suo strumento a fiato, accompagnato da elettronica e percussioni ha più le sembianze di una discesa negli inferi. La materia musicale, catartica, minimale, sinistra e piena di lirismo che presenta stasera Stefano Isaia è quella della Georg Trakl’ Tetralogy, quattro uscite licenziate dalla beneamata My Own Private Records, che proprio tra le mura del Fanfulla ha la sua dimora, in omaggio al poeta espressionista austriaco morto suicida. Un martedì di purificazione e contemplazione.
Scritto da Olivia Rumori