Le cave del Verbano Cusio Ossola sono una sorta di anfiteatro naturale dove le coordinate spazio-temporali del territorio urbano si smarriscono a colpo d’occhio, sostituite da una nuova gamma di dimensioni e percezioni sensoriali. Un luogo in cui l’uomo può oggi riconoscersi al tempo stesso succube e partecipe di una Natura che gli rimane, giocoforza, inaccessibile nella sua totalità. E allora ecco che i ragazzi di Tones On The Stones hanno pensato bene di accrescere la suddetta partecipazione attraverso la musica, celebrando la cultura del suono nel luogo di un ritorno, visivo, all’equilibrio primordiale. Ne è nato Tones On The Stones, che da tre anni ha deciso di aprirsi anche alla ricerca sonora e ai nuovi suoni con neXTones, una giornata interamente dedicata alle espressioni più varie della contemporaneità elettronica. Quest’anno si passa dall’esotismo post-globale tra raga, bass music, ritmi tropicali e hip hop degli Alo Wala all’evanescenza oltre-ultramondista sacro-profan(at)a del prodigio Furtherset: giù le barriere, geografiche prima e (ultra)terrene poi, tra le pareti di marmo della Cava Montorfano e quell’umanità che pare tanto piccola al loro interno. Di mezzo tre nomi tutelari come Fennesz, Andy Stott e Mala, rispettivamente il Baudelaire della musica contemporanea (oggi “remixa” Mahler!), il Rimbaud di tutta la techno che non è techno e il Verlaine del dubstep urbano. Una triade complementare che offre una vasta gamma delle sfumature di quel che è oggi l’elettronica tutta, e di come è arrivata ad esserlo. Tre attori protagonisti su un palcoscenico senza confini, stretti nell’abbraccio delle calotte di granito bianco occasionalmente “colorate” ad impatto zero dai visuals. Uno spettacolo trasversale, multisensoriale, fuori dallo spazio e dal tempo della quotidianità.