Bovisa è un quartiere che ancora non ha visto il paradiso dell’immobiliare, ma dove è solo questione di tempo, prima o poi arriverà. I tentativi dopo la deindustrializzazione non erano mancati: Branzi era stato tra i primi a insediarsi in qualcuna delle fabbrichette abbandonate, il Politecnico si è piazzato da anni a sud e a nord della stazione Bovisa, c’era stato il passaggio della Triennale Bovisa (estinto), il grande progetto di rigenerazione urbana firmato da Koolhaas, ma niente, non è ancora decollata la vera gentrification. Ha stazioni di passante (Lancetti e Bovisa), ha tram, piazzette ed edifici pronti a cambiare faccia. Il fermento per lo Scalo Farini sta montando, però, e di nuovo, non a caso, il nome emerso dal concorso è OMA (Rem Koolhaas).
In attesa che i tempi maturino, il Comune di Milano ha pensato di intervenire nella sua modalità leggera allacciando rapporti con l’associazione Repubblica del Design, nata nel 2019, con epicentro al MakersHub di via Cosenz, un immenso spazio-laboratorio affacciato sulla ferrovia che da anni anima la scena del design nel quartiere, fuori e dentro il Salone. Prima in occasione del Salone 2019, poi proseguendo nei mesi successivi, asfalto e pareti delle strade del quartiere sono stati disseminati di giallo: a partire dalla verniciatura delle pavimentazioni su piazza Alfieri e lungo alcune vie interne come Durando, La Masa e Guerzoni, e poi alcune saracinesche di attività commerciali, fino al giallissimo Muro dell’Energia inaugurato insieme all’ENEA proprio a piazza Alfieri a giugno.
Tra tutti gli interventi di Piazze Aperte milanesi questo è probabilmente per ora il più esile e impercettibile per la qualità della vita degli abitanti, ma la costante presenza sul campo dei designer gli assicura un potenziale notevole. Chi sa, staremo a vedere.