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Museo Branca

Zero qui: studia

Il restyling dela Ciminiera Branca di via Resegone a Milano

Contatti

Museo Branca Via Resegone, 2
Milano

Orari

  • lunedi 10–15
  • martedi chiuso
  • mercoledi 10–15
  • giovedi chiuso
  • venerdi 10–15
  • sabato chiuso
  • domenica chiuso

Si prega di verificare sempre
l'attendibilità delle informazioni fornite.

Il Museo Branca racconta la storia della Fratelli Branca Distillerie, che accompagna Milano sin dal dal 1845: uno di quei casi in cui la “vita” di un’azienda è intrecciata a doppio filo con la storia della città che la ospita. Il Museo ci guida in un viaggio sensoriale animato di spezie, colori, odori e atmosfere: nei suoi oltre mille metri quadrati, situati dove un tempo c’erano i vecchi magazzini di stoccaggio, vi troverete dapprima immersi nel passato, incamminandovi poi progressivamente verso la modernità delle distillerie Branca.

Le stanze e i corridoi riportano testimonianze sin dagli albori di questa storica azienda: le prime pubblicità del 900, gli oggetti di uso comune risalenti alla nascita della distilleria, per arrivare a una sezione interamente dedicata alle imitazioni dello storico aperitivo/digestivo di Milano, in continuo aggiornamento. Uno spaccato, quindi, che non solo racconta la storia di un prodotto, ma di un’intera epoca di distillazione, design, storie di vita e di trasformazione. Si posso ammirare i primi oggetti utilizzati a fine 800 da distillatori, maestri d’ascia, chimici e dirigenti. La sensazione generale è quella di essere stati catapultati indietro nel tempo, si percepisce la storia potente di questa azienda all’interno del museo: una storia fatta di persone, di fatica e sudore; la storia di un prodotto e di tutti gli uomini e le donne che lo hanno reso tale.

Ciò che subito colpisce durante la visita è la sensazione olfattiva: al piano terra è situata la distilleria, l’ingresso al museo è immerso in un profumo inconfondibile, quello del Fernet Branca. Appena entrati si viene accolti da una botte divisa in sezioni, contenenti le miriadi di piante e spezie utilizzate nella produzione del Fernet, e dalle piccole botti con cui lo stesso Bernardino Branca vendeva negli ospedali le porzioni dell’allora medicinale antimalaria. Passando per raccolte di strumenti destinati alla distillazione, calendari e manifesti storici, riproduzioni di uffici con mobili originali, carretti e auto d’epoca utilizzati per il trasporto delle bottiglie (e attraversando una sala degustazione che non poteva assolutamente mancare), si arriva al cuore pulsante: le zone di lavorazione e le cantine. In questi luoghi presente e passato si legano, incontrandosi tra i macchinari moderni e le oltre 500 botti in rovere conservate, e tuttora utilizzate, nelle cantine. Colpisce l’imponenza della Botte Madre di Stravecchio Branca da 83 mila litri, altro prodotto storico dell’azienda; per non parlare della grande ciminiera di 55 metri, colorata coi murales di Orticanoodles in occasione dei 170 anni dell’azienda.

Ho sempre amato definire la Fratelli Branca Distillerie come una multinazionale a gestione famigliare che, fin dall’inizio, ha voluto creare un legame tra tutti i dipendenti, qualunque fosse la loro mansione. All’interno della fabbrica tra distillatori, impiegati, chimici, erano presenti anche falegnami, maestri d’ascia, idraulici, elettricisti e perfino una sartoria che confezionava le divise di diverso colore per le diverse sezioni e mansioni di ogni dipendente (la colorazione abbinata al compito è ancora utilizzata). Maria Scala, moglie di Bernardino, era solita dire: “Non perdiamo tempo con i fornitori”.

Piove? Non sapete cosa fare questo pomeriggio? Prenotate al Museo Branca: è aperto al pubblico per visite guidate il lunedì, mercoledì e venerdì alle h. 10:00 o alle h. 15:00 e potrete ascoltare le testimonianze dirette di chi collabora con questa azienda da anni, alcuni addirittura si tramandano una specifica mansione di padre in figlio. Immergetevi in un viaggio che si snoda attraverso la storia di uno dei prodotti cardine della tradizione italiana, della città di Milano e di intere generazioni di famiglie che ci accompagnano da più di un secolo.

Mattia Lissoni*
*Barman e proprietario del Pinch, leggi qui la sua intervista su Zero