Quando ho visto per la prima volta Signorvino ho pensato fosse inavvicinabile come gran parte dei negozi di via Lagrange. Entro e mi imbatto in 500 metri quadrati di enoteca, 1500 etichette provenienti da tutto il mondo, e si rafforza in me l’idea che non è il caso di sedersi a bere un calice. Poi, non so neanche per quale motivo, mi ritrovo al tavolo con una bottiglia di vino e un piatto di arrosticini abruzzesi e patate al forno. Il contesto è molto diverso da quello delle storiche e calde enoteche piemontesi; Signorvino si trova, infatti, all’interno di un’antica chiesa ottocentesca. A volte però, è giusto sentirsi anche un po’ signori. Soprattutto se sulle bottiglie il rincaro è quasi minimo e l’aperitivo prevede un vassoio di finger food servito al tavolo. Signorvino è aperto tutto il giorno, anche a pranzo e a cena, e offre un menu regionale con vini in abbinamento, preferibilmente piemontesi.
Marialuisa Greco