Progettato da Atelier delle Verdure e Blulab Building Landscape Architecture per il bisogno di spazi comunitari per la zona Sarpi e contro la realizzazione di un parcheggio nel 2011, questo giardino si trova in una posizione strategica, nell’incrocio di Porta Volta, a fronteggiare il megamarchio Microsoft che campeggia sull’edificio di Herzog & De Meuron (che è anche Feltrinelli) e al fianco della densa e poco verde zona Sarpi.
Infatti, i Giardini Lea Garofalo non si vedono immediatamente. Bisogna passarci davanti con una certa lentezza e guardare con una certa attenzione dietro le feritoie, oltre a qualche buco tra i laterizi, in mezzo alle ringhiere che ogni tanto lo chiudono. C’è erba, terriccio, micro-arbusti che nonostante tutto danno l’idea di tenere testa a tutto il resto. Se al di fuori domina asfalto, pavè e sanpietrini, commercio all’ingrosso, qui si reimpara a camminare sui prati.
Il nome è un omaggio alla resistenza: Lea Garofalo fu una vittima di mafia, ma forse non tutti sanno che l’accaduto si riferisce proprio alla storia dei Giardini. Testimone di giustizia, denunciò la sua famiglia e le faide interne al clan, dando un contributo fondamentale al blitz di via Montello 6, dove appunto sono situati i giardini.