Questa recensione è necessariamente anomala: perché il mitico Soho sta cambiando gestione. La base di partenza è ottima: caffè connotato da grandi atmosfere retrò, bancone strepitoso e vecchie e autentiche copertine di vinili alle pareti. Un luogo defilato, affacciato sul niente, che consente ai pochi tavolini di meritare sole e silenzio. E fino a qualche settimana fa, di bere caffè e basic breakfast, di mangiare semplici piatti a pranzo, buoni panini e di bere un aperitivo d’antan, olive e patatine, al crepuscolo, con chiusura alle 20. Giusto in tempo per un primo spettacolo al cinema. La sua grande bellezza è sempre stata l’atmosfera rarefatta e antica. Pochissima milanesità. Oggi, domani, in Soho we trust.
Elena Santoro