Di solito non sopporto chi vuole insegnarmi a mangiare, figuratevi con quali aspettative mi sono seduto in un locale che si autodefinisce “un centro di educazione alimentare dinamica in cui attraverso il dialogo con lo chef si apprendono fondamentali nozioni di nutrizione”. Eppure da Àmati Papillarium mi son dovuto ricredere: al di là delle chiacchiere, qui c’è molta sostanza. Perché di tutti i piatti proposti è possibile sapere ogni cosa: peso, qualità nutrizionali e apporto calorico, ingredienti e fornitori, persino un’indicazione sui benefici che si avranno mangiandolo: “brain” per migliorare la concentrazione, “detox” per disintossicarsi, “energy” per avere più energia, “drain” per sgonfiarsi e “slim” per restare in forma. Perché se di tutto ciò non te ne frega niente, mangi “salmone marinato agli agrumi con bacche di goji e dressing alle bacche di Aca” o “riso nero con ortaggi croccanti e polpo con pesto di mandorle” e ti alzi da tavola leggero ma sazio. Perché non avrai fame prima di un bel po’ di ore. E perché, con la scusa del detox, l’indomani potrai sfondarti di pizza e cocktail a piacimento. “Amarsi un po’, è come bere”.