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41° Torino Film Festival

Ritorna Steve Della Casa per un’edizione che si annuncia ricca e elaborata

Scritto da Simöne Gall il 14 novembre 2023

Da oltre vent’anni frequento a cadenza regolare il Torino Film Festival – quest’anno dal 24 novembre al 2 dicembre 2023 – e, con un pizzico di malinconia, posso dire che siamo ormai lontani dai tempi in cui il nostro festival del cinema faceva le cose “in grande”, per esempio come durante le annate dirette con qualche eccesso di zelo da registi tipo Nanni Moretti, negli anni Duemila, oppure come in quelle affidate a Emanuela Martini posteriormente. Mi sento tuttavia di poter affermare che la più recente penultima edizione, affidata a Stefano Francia di Celle, resta a oggi una delle più interessanti, e questo grazie anche al fatto che la sua poca affluenza, causata dalle proroghe pandemiche, si era tradotta in un maggior godimento delle proiezioni (tutte divise tra una vasta scelta di generi e una serie di sezioni di qualità – una su tutte Le Stanze di Rol, dedicata ai thriller e agli horror).
L’edizione 2022, diversamente, quella con a capo il critico Steve Della Casa (e che cadeva con il quarantennale del festival), aveva optato per un restyling generico cercando di riportare il TFF verso la sua più originaria essenza “indipendente”, senza però rinunciare ad ammiccare a quella contemporaneità “inclusiva” oggidì sempre più foraggiata dall’industria cinematografica del mainstream (che già ne paga lo scotto). Ma del resto il “bello” del Torino Film Festival, così è da sempre, più o meno, sta anche in quell’idea di alternare la presenza di elementi di diversa natura o qualità nella costituzione del suo tutto.

Ora, difficile dire da che parte tirerà il vento quest’anno. Fa però specie che l’immagine guida – affidata nuovamente, nel solco della passata edizione, all’artista torinese Ugo Nespolo – mostri un celebre fotogramma (stilizzato) di Sentieri Selvaggi, in cui il mitico “Duke” John Wayne, colui che forse più di chiunque altro ha saputo impersonare il mito americano nel cinema, regge fra le braccia Natalie Wood. TFF dedica a lui il programma “Mezzogiorno di Fuoco”, che si compone di una serie di titoli che attengono alla sua figura attoriale (sono fra questi I Cavalieri del Nord Ovest di John Ford e il mitico Pistolero di Don Siegel), ma parallelamente ci tiene a onorare la memoria di un grande italiano che fu, Sergio Citti, il cui nome e la cui storia, lo sappiamo, restano indelebilmente connessi alla figura di Pier Paolo Pasolini. La retrospettiva che ne celebra il novantesimo anno dalla nascita, prende in esame i lavori che il Citti fece, non solo per il cinema, ma anche per la televisione: da Ostia a Fratella e Sorello, passando per la serie Sogni e Bisogni.

Il redivivo Della Casa ha però promesso un’edizione 2023 improntata al cinema del futuro, “com’è nella tradizione di un festival che ha scoperto tanti autori”, dice. I centottantuno titoli generali, selezionati su più di quattromila opere visionate (si spera in modo imparziale), si dividono tra le sezioni competitive (Concorso Lungometraggi, dove è presente anche l’italiano Manfredi Lucibello col suo Non Riattaccare; Documentario Internazionale e Italiano; Spazio Italia; Crazies) e quelle fuori concorso (Nuovimondi; Ritratti e Paesaggi; TFLab; Il Gioco della Finzione e Nuovi Sguardi Argentini), ma messo al centro quest’anno è l’annunciato grande ritorno della commedia, popolare e d’autore, in tutte le sue possibili salse: “politica, minimalista, malinconica e metatestuale”.

A presiedere la cerimonia d’apertura del 41°, l’anziano maestro Pupi Avati, lo stesso che sarà anche protagonista di una delle masterclass già affidate all’ex ragazza degli anni Sessanta Caterina Caselli, al regista e sceneggiatore tedesco Christian Petzold, al figlio d’arte Kyle Eastwood, attore, ma soprattutto compositore dei più importanti film di suo padre Clint (da Gran Torino passando per Mystic River, Invictus ecc.), per arrivare al controverso Oliver Stone, il tre volte premio Oscar e al tempo stesso personaggio “scomodo” della nuova Hollywood. Il discusso regista figura peraltro nella sezione Fuori Concorso con un lavoro in cui lo stesso si domanda provocatoriamente se la giusta risposta al cambiamento climatico non sia proprio un ritorno al nucleare (il titolo è per l’appunto Nuclear Now). Stone a parte, a mio parere è proprio in Fuori Concorso che spesso si concentra il meglio che si può trovare ogni anno al festival. E infatti anche stavolta sembrano essercene diversi, di titoli da appuntarsi: penso a Kubi di Takeshi Kitano (adattamento cinematografico del suo omonimo romanzo del 2019), già presentato in anteprima a Cannes nel maggio scorso; Ricardo And The Paintings, di Barbet Schroeder, annunciato come un affresco spontaneo sulla vita e sul lavoro del paesaggista Ricardo Cavallo, ma anche, guardando un po’ all’Italia, Uomini e Dei. Le Meraviglie del Museo Egizio di Michele Mally, narrazione straordinaria volta a conoscere tesori, storie e misteri del Museo “dei record” sito in Torino, tutto questo insieme a una guida d’eccezione: l’attore Jeremy Irons.

L’Amour fou di Jacques Rivette, con la sua estenuante durata, figura invece nella sezione Back To Life, dove oltre a Romance At Lung Shan Temple del taiwanese Pai Ko, sorta di “musicarello” esuberante in un paese segnato da forti tensioni sociali (Pai Ko fu giustiziato poco dopo la realizzazione del suo film), troviamo – attenzione – il restauro di Uomini Si Nasce Poliziotti Si Muore, ovvero l’unico poliziottesco diretto dal mitico Ruggero Deodato (sì, lui, quello dell’indigesto Cannibal Holocaust), ad oggi considerato uno dei più violenti e controversi della categoria.

Da segnalare, visto che ci siamo, è l’evento Fuori Campo concomitante al TFF, che consta di diversi appuntamenti tra concerti, dj set, spettacoli di luci, e il cui punto nevralgico può essere rintracciato nei riesumati Murazzi del Po, per lungo tempo rimasti esclusi dalla vita notturna cittadina. Nel programma (consultabile su: www.murazzitorino.com), anche lo stesso ospite Kyle Eastwood, che col progetto “Eastwood by Eastwood” provvederà a riarrangiare col suo quintetto i temi sonori degli splendidi film paterni di sopra citati.