C’è il caso dei Prati di Caprara e quello di FICO, la città del cibo e quella dell’immaginazione civica: Bologna, associata da sempre al “buongoverno” viene smontata e rimontata pezzo pezzo attraverso gli interventi di architetti, geografi, urbanisti, sociologi raccolti nel libro A che punto è la città. Bologna dalle politiche di “buongoverno” al governo del marketing a cura del gruppo bolognese della rivista “Gli asini” fondata da Goffredo Fofi.
«Parole ricorrenti nel discorso pubblico, come partecipazione e rigenerazione urbana – si legge nella sinossi -, oppure l’evocazione di modelli di sviluppo apparentemente promettenti sul piano economico ed occupazionale (la città del cibo, la città del turismo), hanno un significato opposto rispetto a quello evocato e nascondono la subalternità e l’impotenza dei poteri pubblici. Queste retoriche e le pratiche che le accompagnano rendono difficile l’interpretazione della rapida trasformazione della città. Ricostruire un pensiero critico e un’intelligenza collettiva è quindi un compito urgente».
I testi sono di Werther Albertazzi, Alchemilla, Fulvia Antonelli, Arvaia, baumhaus, Lorenzo Betti, Mauro Boarelli, Paola Bonora, Camilla, Campi Aperti, Michele Caravita, Susanna Cattini, Antonio Faggioli, Patrizia Gentilini, Pierpaolo Lanzarini, Giovanni Notarangelo, Marco Pignatiello, Savino Reggente, Piergiorgio Rocchi, Alberto Veronesi. Le illustrazioni sono di Elena Guidolin e Andrea Settimo. La copertina è di Andrea Settimo.
Il libro è già disponibile sul sito dell’editore.