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Al MAMbo una nuova sezione dedicata alle Settimane Internazionali della Performance

quartiere Porto

Scritto da La Redazione il 7 febbraio 2022

Integrando la propria documentazione con immagini, documenti, filmati provenienti dagli archivi di altre istituzioni pubbliche e da raccolte private  il MAMbo ha inaugurato una nuova sezione della propria collezione permanente dedicata alle Settimane Internazionali della Performance che si tennero tra il 1977 e il 1982.

Curate da Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, le Settimane suscitarono fin da subito uno straordinario interesse sia per la presenza di artisti già famosi o destinati ad avere un’ampia notorietà internazionale in seguito, sia per le reazioni suscitate da alcune delle performance realizzate. Tra i 49 artisti che presero parte alla prima edizione del 1977 vi erano, tra gli altri: Marina Abramović e Ulay, Laurie Anderson, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giuseppe Chiari, Robert Kushner, Suzanne Lacy, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Vettor Pisani, Fabrizio Plessi e Christina Kubisch, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Michele Sambin, Franco Vaccari.

In uno spazio contiguo alla nuova sezione, trasformato in sala video, è possibile anche vedere l’intera serie dei filmati realizzati da Mario Carbone per documentare sette performance della prima Settimana – quelle di Marina Abramović, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giordano Falzoni, Geoffrey Hendricks e Brian Buczak, Robert Kushner, Hermann Nitsch – e due documentari di Emanuele Angiuli sulla Bologna degli anni ‘70.

La nuova sezione è stata resa possibile grazie al Trust per l’Arte Contemporanea che ha come attuali disponenti BolognaFiere, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e come donatore principale Gruppo Unipol. Primo esempio realizzato in Italia in questo ambito, il Trust costituisce e gestisce un fondo dedicato all’arte del presente, rappresentato dalle risorse messe a disposizione dai tre disponenti. Ad esso possono inoltre aderire ulteriori donatori che intendono impegnarsi direttamente per sostenere e valorizzare ulteriormente i suoi scopi.
Finalità del Trust è quella di contribuire al posizionamento della città di Bologna come una delle capitali del contemporaneo inteso in tutte le sue diverse espressioni, rafforzando, in questo caso, il ruolo del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei.

Il MAMbo tenta così una prima articolata ricognizione delle connessioni intercorrenti tra diversi fenomeni coevi e tra manifestazioni culturali indipendenti ed eventi di natura istituzionale, con un progetto che si sviluppa attraverso 18 capitoli, ciascuno dedicato a un episodio significativo dell’evoluzione della Performance in Emilia-Romagna.

Prendendo le mosse dalle sperimentazioni di Pier Paolo e Lamberto Calzolari, Luigi Ontani, Gianni Castagnoli ed altri artisti attivi negli studi di Palazzo Bentivoglio alla fine degli anni ’60 del XX secolo, la rassegna documenta altri episodi rilevanti di quegli anni, come Parole sui muri, manifestazione che si svolse a Fiumalbo nel 1967 e nel 1968, e la mostra Gennaio 70, prima rassegna italiana in cui comparvero video-opere e video-performance appositamente realizzate.
Vengono poi illustrate le partecipazioni di Gino De Dominicis e Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972, la presenza della performance nelle gallerie private bolognesi e le prime performance, rispettivamente di Fabio Mauri e di Gina Pane, eseguite alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1975 e nel 1976.
A un capitolo dedicato allo stand di Rosanna Chiessi e Peppe Morra ad Arte Fiera 1976 e all’attività di Rosanna Chiessi a Cavriago seguono le tappe dedicate alle attività didattiche di Giuliano Scabia e Gianni Celati al DAMS e al ’77 a Bologna. E c’è anche un ulteriore capitolo dedicato all’evento Alla Ricerca del silenzio perduto. Il treno di John Cage che il compositore americano creò a Bologna nel 1978.

Uno degli impegni assunti dal Trust è inoltre incrementare il patrimonio artistico contemporaneo conservato nelle istituzioni culturali cittadine. Dal momento della sua istituzione, il Trust ha infatti provveduto all’acquisto di sei opere destinate al museo appartenenti a generazioni di artisti differenti: quattro opere fotografiche di Lisetta Carmi riprodotte nel volume I travestiti (Genova, 1924), una scultura di Luca Francesconi (Mantova, 1979) e un video di Valentina Furian (Dolo, 1989).