Il prato era spuntato per la prima volta a settembre scorso, sgomberando le auto che di solito popolano Piazza Rossini. E l’esperienza fu talmente apprezzata che si decise per la pedonalizzazione dell’area. Oggi a distanza di quasi un anno il prato è tornato. Un vero e proprio manto erboso con un impianto di irrigazione, al quale si è aggiunto un sistema di fioriere in legno con piante arbustive, aromatiche, erbacee perenni e graminacee disposte nell’area parallelamente a via Zamboni. Si tratta di vegetazione autoctona spontanea e rustica selezionata per garantire una adeguata biodiversità e ridurre il consumo di risorse idriche e operazioni manutentive.
Presenti anche due elementi illuminanti a forma di grande fiore rosso, i Maxxi Poppy di Viabizzuno.
Qualche settimana fa un gruppo di architetti, storici e comitati di residenti avevano inviato una lettera aperta rivolta al sindaco e alla soprintendente, bocciando l’idea perché “le piazze della città storica non sono di prato ma di pietra” e chiedendo di “non snaturare il carattere stesso di tutto l’impianto storico urbano”. Peccato che l’idea sia arrivata da materiale storico di archivio grazie alla ricerca di un gruppo di studentesse e studenti che avevano scoperto una porzione dell’antico sagrato destinata al proprio al prato.
“La sperimentazione in Piazza Rossini – scrive Fondazione Innovazione Urbana che ha promosso il progetto – è un segnale: non c’è più tempo per sottovalutare la questione climatica e ambientale, dobbiamo favorire la biodiversità e aumentare il verde e l’ombra anche in centro storico”.
Le foto sono di Margherita Caprilli.