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ArtRockMuseum: i pezzi preferiti da Dente

Dente, ospite della rassegna musicale a Palazzo Pepoli mercoledì 5 aprile, ci ha raccontato alcuni dei pezzi che hanno segnato il suo stile

Scritto da La Redazione il 4 aprile 2017

Dente è uno di quei cantautori che riuscirebbe a farvi mettere i calzoncini e a montare sulla vespa per una gita al fiume anche a gennaio. Ascoltate “Invece Tu” e ditemi se non è la colonna sonora di una uggiosa domenica primaverile dove tutto vi appare come in un filtro Nashville o Toaster di Instagram. Pensate, “Almanacco del Giorno Prima” è così ben scritto che l’Accademia del Giglio di Firenze ha proposto agli studenti stranieri esercizi di grammatica basati sui testi delle sue canzoni. E poi dicono che la musica dei giovani è diseducativa! Il suo ultimo album si chiama Canzoni per metà e dentro c’è tutto quello che ci piace di lui, quel suo personalissimo pop dai tratti essenziali e ricercati. Torna a presentarlo a Bologna mercoledì 5 aprile per ArtRockMuseum e per arrivare preparati ci siamo fatti raccontare da lui una playlist di pezzi che hanno segnato il suo stile. Godetevela.


Lucio BattistiMacchina del tempo (1974)
Il mio amore per la musica è nato con Battisti e “Anima Latina” è il disco che amo di più in assoluto. Questa canzone è incredibile, sette minuti difficili da descrivere a parole.

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BugoCasalingo (2001)
Con questo disco Bugo ci ha fatto capire che potevamo scrivere e cantare quello che volevamo e che non c’era niente di male, che funzionava e che era bello. Le cose strane e bizzarre non erano mai state così pop. Grazie Bugo.

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Francesco De GregoriBufalo Bill (1976)
La canzone che dà il titolo al disco più elegante del più elegante dei cantautori, dopo aver ascoltato Bufalo Bill è stato tutto diverso per me.

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LulaMarilù Darkene (1995)
Mi sono innamorato dei Lula con questa canzone, poi ho seguito tutti i lavori di Amerigo Verardi (il cantante della band). È un artista che mi ha sempre trasmesso voglia di fare, scrivere e registrare. Ha mixato il mio primo disco del 2006.

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Marlene KuntzFesta mesta (1994)
Forse il motivo per cui mi sono fatto prestare una chitarra elettrica e un amplificatore e ho iniziato a suonare è CATARTICA dei Marlene Kuntz. Tutti i miei vicini di casa conoscevano questa canzone perché la ascoltavo a volumi disumani.

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Eugenio FinardiScimmia (1976)
Una canzone molto importante per me, ritengo Finardi uno dei miei fari di gioventù, non solo per una questione musicale ma anche come influenza sulla mia vita, sulle mie scelte. Mi ha insegnato cosa era giusto e cosa no, ma anche che potevo essere libero di sbagliarmi.

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Faust’oC’è un posto caldo (1978)
Una canzone bellissima e fuori dagli schemi, folle come tutto questo disco d’esordio di uno dei più bravi e incompresi cantautori del nostro paese.

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Chico Buarque Construção (1971)
Penso che Chico sia uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi, questa canzone è superlativa, un testo e un arrangiamento che definire perfetti sarebbe riduttivo. Esistono alcune versioni in italiano, tra le migliori quelle di Anna Identici e Ornella Vanoni.

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Nitty Gritty Dirt BandSome of shelly’s blues (1970)
Da ragazzino mi sono preso una cotta per la musica country, mi piaceva talmente tanto questa canzone e questo disco che ho esasperato mia madre costringendola a comprarmi un Banjo, il primo strumento che ho avuto. Presto abbandonato.

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Tom WaitsJohnsburg, Illinois (1983)
Un minuto e mezzo di poesia, amore e visione shaketati e sputati fuori da una voce ruvida e impiccata che sfiora i tasti di un pianoforte per provocare lacrime e stupore. Se pensate ci sia qualcosa di migliore vi sbagliate.