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Il meglio di Biografilm 2017 tra racconti di vita, danza, arte e musica

Una panoramica sulla tredicesima edizione del festival cinematografico dedicato ai racconti di vita, a Bologna dal 9 al 19 giugno

Scritto da Salvatore Papa il 18 maggio 2017
Aggiornato il 7 giugno 2017

È stato l’anno di La La Land, piaccia o non piaccia. E Biografilm, che i blockbuster non li ha mai sottovalutati traendone talvolta originali ispirazioni, è ancora una volta sul pezzo. Il rinnovato gusto hollywoodiano per le coreografie diventa così, a Bologna dal 9 al 19 giugno, interesse per il ruolo della danza e per i suoi protagonisti e tema guida della tredicesima edizione del festival internazionale dedicato ai racconti di vita. A partire dal poster ufficiale, dedicato a un’immagine de La Danseuse, esordio della regista Stéphanie Di Giusto, che ripercorre la vita di Loïe Fuller, la madre della “serpentine dance” che nei primi del Novecento si esibiva coperta da metri di seta circondata di luci elettriche e colori, interpretata da Soko (sì, proprio quella che cantava I’ll kill her).
Si va poi dalla danza classica del celebre coreografo de Il cigno nero Benjamin Millepied (Relève – Histoire d’une Création) al lavoro contemporaneo della compagnia italiana Aterballetto (Fonderia 39) fino ai balli popolari Vai col liscio – L’epopea del liscio romagnolo in tre atti di Giangiacomo De Stefano e Matteo Medri.

La Danseuse
La Danseuse

 
Storie che fanno parte di un tema molto più ampio, diventato negli anni uno dei più amati di Biografilm: quello dell’arte. Al centro c’è l’attesissimo Manifesto di Julian Rosefeldt e i suoi tredici personaggi diversi interpretati dall’incredibile Cate Blanchett. Un’installazione del 2015 rimontata sotto forma di lungometraggio che raccoglie in monologhi numerosi manifesti d’artista, dai futuristi agli artisti concettuali, da Yvonne Reiner a Sol LeWitt e Jim Jarmusch. E ancora, Bill Viola: The Road to Saint Paul’s di Gerald Fox, che segue l’artista Bill Viola e la moglie nei dodici anni che hanno portato al compimento di due importanti video-installazioni nella Cattedrale di Saint Paul, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, interessante trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo del Teatro delle Albe, diretta dallo stesso fondatore della compagnia Marco Martinelli o Fame sul festival organizzato da Angelo Milano dei La Quiete che ha trasformato per qualche anno la sua piccola Grottaglie in una capitale mondiale della street art. Fuori sezione, ma comunque in tema, To Stay Alive: A Method, un incontro e dialogo tra Iggy Pop e lo scrittore Michel Houellebecq sul confine sottile tra individualità, eccentricità e follia.

Fame
Fame

 
Non mancano anche quest’anno gli omaggi ad importanti autori e artisti, seguiti da relative retrospettive. Primo fra tutti il regista, pittore e romanziere britannico Peter Greenway, autore de I misteri del giardino di Compton House (1982), Il ventre dell’architetto (1987), Giochi nell’acqua (1988) e altri. Confermate anche le presenze di Pierce Brosnan assieme a sua moglie Keely Shaye Brosnan (regista del film Poisoning Paradise, presentato nella sezione Contemporary Lives a Biografilm 2017), Piera Degli Esposti, Sabina Guzzanti (qui nel ruolo di documentarista), il maestro del documentario Angus Macqueen e il duo artistico formato da Michele Mellara e Alessandro Rossi, che presenteranno in anteprima il nuovo lavoro I’m in love with my car.

Presenza costante del festival da prima del suo inizio e fino alla fine, il Biografilm Park, la rassegna di eventi gratuiti ospitati nel Parco del Cavaticcio. Tra gli ospiti: Cody Chesnutt, Soko (dj set), Whitney, Enzo Avitabile, Francesco Motta, Dente, Zen Circus e tanti altri. Qui il programma completo.

Cody Chesnutt
Cody Chesnutt

 
Ecco, infine, tra la caterva di titoli, una selezione dalle varie altre sezioni (Biografilm Italia, Concorso Internazionale, Contemporary Lives, cinema di finzione) dei più interessanti, almeno sulla carta:

Risk, il documentario sul fondatore di WikiLeaks Julian Assange di Laura Poitras (già regista del premio Oscar Citizenfour riguardante Edward Snowden e lo scandalo spionistico della NSA)
Amazona, di Clare Weiskopf, intima inchiesta sui rapporti famigliari ambientata nella giungla colombiana;
Nothingwood, di Sonia Kronlund, sulla sorprendente energia dell’eccentrico regista afghano Salim Shaheen;
Cinema Grattacielo, di Marco Bertozzi, girato nel grattacielo di Rimini, tra le storie di ieri e l’umanità che lo abita oggi;
All These Sleepless Nights, di Michal Marczack, miglior regia al Sundance Film Festival;

All These Sleepless Nights
All These Sleepless Nights

 
The Hate Destroyer, di Vincenzo Caruso, storia di Irmela Mensah-Schramm, signora berlinese minacciata di morte dai neonazisti tedeschi poiché continua a cancellare ogni giorno dai muri scritte omofobe e razziste;
Après La Guerre, esordio di Annarita Zambrano con Giuseppe Battiston e Barbora Boboulova, in parte girato a Bologna sulle vicende di un ex-brigatista;
Dream Boat, di Tristan Ferland Milewski, girato in una crociera riservata agli omosessuali;
Gaza Surf Club, di Philip Gnadt, Mickey Yamine, sui surfisti di Gaza;

Gaza Surf Club
Gaza Surf Club

 
Mogadishu Soldier, di Torstein Grude, con le immagini crude e in presa diretta del conflitto che in in Somalia oppone gli integralisti islamici di Al-Shabaab al governo;
Funerapolis. A Suburban Portrait, di Alessandro Redaelli, un documento quasi estrmo tra periferie, parchi deserti, stazioni, droga e rave party;
L’Odyssée, di Jérôme Salle, sull’esploratore, navigatore, militare, oceanografo e regista francese Jacques-Yves Cousteau
I am note alone anyway, di Veronica Santi sul “caso Alinovi”;
Una donna fantastica, di Sebastián Lelio, film vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO