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Bologna rallenta e diventa la prima “città 30”, abbassando ovunque il limite di velocità

Scritto da La Redazione il 2 novembre 2022

Dal prossimo giugno, Bologna sarà la prima città italiana ad abbassare il limite di velocità in tutta l’area urbana a 30 km/h (ad eccezione di alcune strade a scorrimento veloce, che verranno poi decise, dove il limite sarà 50 km/h). Il provvedimento è stato approvato oggi con delibera dalla giunta comunale, dando così il via al percorso che vedrà anche il coinvolgimento della cittadinanza con incontri nei Quartieri, degli autisti del trasporto pubblico locale e dei sindacati.

«Il nostro obiettivo – ha spiegato il Sindaco Matteo Lepore – è morti zero sulle strade. Non siamo i primi a farlo a livello europeo, anche se siamo la prima grande città italiana e ci sono molte città del mondo che l’hanno già sperimentato, come Parigi. Non sono andate indietro nel tempo, non ci sono le carrozze dei cavalli al posto delle auto, ma ci sono cittadini che vivono e spesso sopravvivono grazie alla limitazione della velocità. E poi c’è la Spagna che ha fatto una legge nazionale affinché tutte le aree urbane fossero a 30kmh prevalente. Credo che questo governo e questo Parlamento debbano fare altrettanto in Italia».

L’investimento per Bologna Città 30 è di 14 milioni di euro, che serviranno anche per mettere i nuovi cartelli stradali, fare campagne di comunicazione ed educazione stradale, creare nuove aree pedonali nei quartieri e mettere in sicurezza le strade dove è maggiore l’incidentalità con maggiori controlli e installazione di autovelox.

Il progetto della Città 30 era nato un anno e mezzo fa con la campagna promossa da moltissime associazioni cittadine 30logna che aveva raccolto migliaia di firme.

“Nel decennio compreso fra il 2010 e il 2019 – spiegavano i promotori -, nel solo territorio del Comune di Bologna, ci sono stati 194 morti e oltre 26.000 feriti, per una media che sfiora i 20 morti e 2600 feriti all’anno. Questi numeri fanno ancora più impressione se allarghiamo lo sguardo a tutto il territorio della Città Metropolitana, 737 e 54.000 feriti in 10 anni. Quanto alla tipologia delle vittime, il segnale è chiaro: sono gli utenti deboli della strada a pagare il prezzo più alto, soprattutto in termini di mortalità. La loro intrinseca fragilità li porta ad essere i più esposti a conseguenze tragiche in caso di incidente. Nel decennio 2010-2019 i pedoni sono risultati feriti nell’11/12% degli incidenti complessivi, ma ben il 34% dei morti totali è pedone: 66 su 194. A seguire i ciclisti, con 30 morti.

Ed è proprio sull’utenza più debole che le città30 hanno da subito i migliori risultati: a Helsinki s’è passati dai 30 pedoni morti l’anno degli Anni Novanta ai 7 dopo l’introduzione di varie zone30, fino agli 0 (!) del 2019, quando tutta la città è diventata 30. A Grenoble dopo 3 anni di città30 hanno registrato un -22%, mentre a Bruxelles nei primi mesi di città30 s’è registrato un -50% di morti e feriti gravi. A Graz -24% sin dal primo anno e addirittura -90% di bambini vittime di incidenti davanti alle scuole. Questi sono risultati veri, concreti, ottenuti rapidamente”.

In generale, i vantaggi sarebbero: “riduzione sensibile degli incidenti stradali (circa -25%), con particolare efficacia sugli investimenti di pedoni (-50%); diminuzione del rumore percepito, con vantaggi per il sonno e per lo stress (da -6% a -50%), calo dei livelli di inquinamentoaumento del valore degli immobili e della redditività dei negozi“.