Bologna si crede Milano è la nuova serie di flash estivi ispirati dalla città liquida (o meglio: liquefatta) che Andrea Ruggeri ha scritto per Zero. Già autore degli acclamati Welcome. Manuale per studenti senza fissa dimora e La rivoluzione è finita, abbiamo vinto (Guida turistica all’antica città del PCI), entrambi usciti per la collana di libricini fotocopie di Modo Infoshop, Ruggeri ci ha regalato il suo sguardo satirico sulla Bologna ambiziosa che cerca di imitare Milano senza mai riuscirci.
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L’Onda Unta
Il debito che Milano Michelin ha con Bologna la Grassa
Report di Slow Food, Condotta Sfogline Clandestine
La prima Onda Unta è databile con l’estinzione della mortadella di Pasquini-Drusiani inarrivabile e compianta, e la sua sostituzione con mortazze salma su taglieri bisunti (a Milano coincide con l’apertura del ristorante dello chef Cracco). La seconda Onda Unta è l’avvento dell’orrore: il tortellino al ragù servito dai localozzi sdozzi del Quadrilatero a turisti perlopiù provenienti da contrade dove ci si sfama con stocafissi e interiora di animali estinti ( a Milano coincide con l’apertura del ristorante dello chef Cannavacciuolo). La terza Onda Unta, la più letale, è la moltiplicazione selvaggia di centinaia di covi gastrici concentrati nel centro storico e gestiti da ex manutentori di celle frigorifere, una politica win win comunalizia ne ha permesso l’espansione dissennata ( a Milano coincide con l’apertura del Refettorio Ambrosiano-Caritas dello chef Bottura). Orbene questa supremazia stellata di Milano è debitrice di Bologna che si assume l’onere gravoso di sigillare tra le sue mura l’unto, affinchè l’onda non tracimi nei fashion week milanesi.