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Bucare lo schermo: 10 anni Seeyousound

Il festival crossmediale torinese festeggia il decennale di attività all'insegna di proiezioni che abbattono le barriere tra cinema, musica e perfomance

Scritto da Lorenzo Giannetti il 9 febbraio 2024
Aggiornato il 21 febbraio 2024

FATBOY SLIM, Fatboy Slim Smiley Crowd

Giunto al traguardo dei 10 anni, Seeyousound non potrebbe presentarsi più insaziabile e in salute di così. Forte di un programma che, mai come in questa edizione, si afferma come una summa e quasi un “best of” degli anni precedenti, in grado di soddisfare una fanbase fedele senza diventare fan service, ma anche di intrigare nuovi adepti. Il festival torinese dedicato alla contaminazioni tra il linguaggio cinematografico e quello musicale ha attraversato l’ultima decade in città con tutte le difficoltà del caso (dai cambi di organico a una pandemia: organizzare eventi è come praticare uno sport estremo), mantenendo sempre alta l’asticella della qualità. E come ci ha ricordato giusto qualche settimana fa la proiezione col “bollino” SYS del meraviglioso doc Kissing Gorbaciov sull’avventura dei CCCP in Russia: è una questione di qualità. Per lo meno ci piacerebbe fosse sempre così.

Emblema dell’approccio multidisciplinare e visionario di SYS 2024dal 23 febbraio al 3 marzo –potrebbe essere senza dubbio l’esibizione speciale di Christophe Chassol, artista francese che è quasi riduttivo definire polistrumentista: Chassol è un musicista a tutto tondo, un “numero primo” nello showbiz attuale, una sorta di artigiano dadaista che attraverso un taglia-cuci di frammenti audiovisivi, approda a delle piccole sinfonie da camera che lui chiama “ultrascore” e che, di fatto, sono qualcosa di unico. Julien Temple invece è ormai considerato a pieno titolo un padrino spirituale e un nume tutelare del festival: lui che da anni racconta grandi storie di musica (punk ma non solo) attraverso documentari esplosivi e in occasione del decennale torna a trovare SYS con 4 frammenti speciali commissionati dalla BBC sul Natale dei Sex Pistols e il Capodanno dei Clash, il ritratto intimo di un highlander come Keith Richards e un drama-doc sperimentale sullo zenit creativo della cosiddetta “videoage”.

Come sempre, tra il concorso e le tante sezioni istituite, le chicche da vedere in sala sono tantissime. Il galà di apertura omaggia una outsider come Cyndi Lauper, non solo una one-hit-wonder ma una icona punk-pop, queer e working class. Poi si procede a gusto e sentimento. Magari ripassando la Storia con la S maiuscola di due pilastri della musica, il primo del rock’n’roll e il secondo dell’elettronica – Little Richards e Fatboy Slim – oppure riscoprendo mine (stra)vaganti come Birthday Party, Brigitte Fontaine, Crass e Gogol Bordello. Ogni tanto anche con professori d’eccezione: vedi la masterclass con Carlo Massarini aka Mr. Fantasy.

Oltre ai doc al respiro internazionale, altra risorsa preziosa di Seeyousound sono le produzioni speciali organizzate ad hoc con artisti e realtà spesso radicati sul territorio: vedi la performance del collettivo TUTTO QUESTO SENTIRE (protagonisti inoltre della mostra da Recontemporary), il trio formato da Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Francesco Fusaro per la collana discografica “anti-classica” intitolata 19’40”, l’incontro tra l’orchestra avantgarde di Pietra Tonale e il collettivo di Salgari Records nel progetto vibrAXIONES sull’asse Torino-Colombia e molto altro.
Tra proiezioni, concerti, mostre, talk e progetti estemporanei, la qualità non manca. Ora la questione diventa trovare il tempo per godersi tutto il Seeyousound di cui abbiamo bisogno. 

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