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Come stanno le librerie indipendenti? | Libreria Sette Volpi

quartiere Bolognina

Scritto da Greta Biondi il 11 febbraio 2025

Ambra e Pablo

Bologna ha un po’ di febbre, ma come se la passano le sue librerie indipendenti? Ecco la nostra nuova rubrica a cura di Greta Biondi.


Di Sette Volpi ne abbiamo parlato qui tre anni fa, quando stavano per aprire e ancora in Bolognina non c’era una libreria. Siamo tornati oggi per capire come se la passano oltre ponte Matteotti.

Sono le 17.30 circa, la libreria ha aperto da nemmeno due ore. Arrivo, lego la bici, è buio e la vetrina da fuori mette addosso un’irrefrenabile voglia di entrare. Sembra già un posto caldo, incastonato tra Leila e l’angolo Via Serra/ Via Tiarini. Ambra e Pablo mi aspettano, e appena arrivo ci sorridiamo come se ci conoscessimo già. Mi rendo subito conto che l’aria che si respira in quei 20 metri quadrati zeppi di libri è di familiarità, e penso che una libreria di quartiere dovrebbe esattamente trasmettere tutto questo.

Mi accomodo su uno sgabellino e iniziamo a chiacchierare a tre voci, partendo dallo spazio. Chiedo dove ci troviamo, prima di tutto, perché avendo vissuto in Bolognina anch’io quei locali me li ricordavo sotto altre vesti.

Pablo: «Qui una volta c’era un’erboristeria, che si è poi trasferita poco più giù. Nell’estate del 2022, poco prima di aprire, abbiamo visto cinque potenziali sedi, tutte rigorosamente in Bolognina. Con questo è stato amore a prima vista, letteralmente, dato che è stato il primo che abbiamo visitato. Però Ambra, che forse è un pelo meno romantica di me, ha giustamente voluto valutarne anche altri… Ma alla fine eccoci qua. Non solo perché crediamo nel colpo di fulmine, o perché gli altri locali, anche se magari più spaziosi avevano qualche lavoretto da fare. Noi avevamo davvero i tempi stretti, dato che ci siamo buttati a capofitto in questo progetto pazzo, ma quello che ha giocato la parte fondamentale è stata sicuramente la posizione. Riflettendo assieme abbiamo capito che sarebbe stato impensabile per noi aprire da qualsiasi parte che non fosse dove ci vedi adesso. Via Serra non la batte nessuno, è il cuore della Bolognina, oggi più che mai. E volevamo esattamente essere qui.»

E infatti Via Serra negli anni è veramente diventata qualcosa di speciale, tra birrerie, enoteche, gastronomie, osterie; vicina al Mercato Albani e al teatro Testoni, al cinema Galliera e a infiniti minimarket, bar, pasticcerie.

Ambra: «Nonostante della Bolognina se ne parli più male che bene, purtroppo, noi qui ci sentiamo un po’ in paradiso. Veniamo a lavoro a piedi, dato che entrambi viviamo molto vicini, e la dimensione di (quasi) ‘uscio e bottega’ è qualcosa di preziosissimo. Ma non è mica tutto rose e fiori come sembra, figurati! Parliamo pure del grande elefante rosa che ingombra la nostra bella stanzetta: il doppio lavoro di entrambi. Parlo per me, ma sono abbastanza stanca, mentalmente e fisicamente (e da quando non sono più in smartworking poi ancora di più). Ma comunque felice, e tanto per ora è così. Devo solo reggere botta fino alle 16 per poi venire qui ad aprire e poter fare un reset totale. Mi sento quasi sintonizzata su un altro fuso orario. Per me e il mio socio la mattina inizia a metà pomeriggio. Per questo la nostra libreria fa gli orari che fa, cosa che da fuori uno magari nemmeno si immagina.»

Pablo: «Esatto. L’impressione esterna può essere fuorviante: quello che si vede è la punta di un iceberg mastodontico e aprire il negozio è davvero il meno. Adesso esagero, però per farti capire: pensa alla libreria come al 3% del carico del lavoro, e a tutto il restante 97% di sommerso. Noi, per questioni di tempo, non abbiamo (ancora?) fatto alcun tipo di corso specifico su come gestire una libreria indipendente, così che quello che sappiamo fare è frutto della pazienza di amici librai che ci hanno dato una mano gigantesca – e del nostro spirito autodidatta. Il backoffice, quello che succede dietro le quinte, è tantissimo tutti i giorni. Un po’ perché la burocrazia purtroppo così è, un po’ perché se vuoi stare nelle cose ti devi dare da fare, specialmente se sei agli inizi come noi. E quindi vai di eventi, presentazioni, contatti con le case editrici, con le autrici e gli autori, con i gruppi di lettura, con i banchini, con i festival, con le collaborazioni con tutte le realtà amiche di quartiere e non solo. Anch’io mi sento stanco? Sì, come Ambra: stanco e felice

Mentre ci diciamo tutto questo entrano persone che salutano per nome, e fanno ciao con la mano a qualcuno che passa fuori. A un ragazzo si chiede di salutare la mamma e io mi sento un po’ in provincia e stranamente contenta di esserlo – solo che nella mia non esistono praticamente librerie.

Quindi mi sembra di capire che la fatica sia doppia ma in qualche ripagata per entrambi. Quanto pensate che la rete e il rapporto con il quartiere sia importante in questo lavoro e per la vostra realtà?

Rete per noi è la parola magica che tutto può e tutto fa succedere. Per dire, il Patto per la lettura del Comune di Bologna, che è un’iniziativa incredibilmente valida, ci ha dato una grande spinta iniziale, facendoci conoscere quando non ci conosceva nessuno. Per questo e per tante altre esperienze positive in questo senso crediamo veramente tanto nella rete. Anche vedendone i limiti, a volte, e ben sapendo che non fa e non può fare per tutti. C’è chi lavora bene da solo, sganciato, e chi invece come noi e come tante altre librerie si tiene vicino e si da una mano quando può. Questo non lo dico in senso polemico, ma come presa di coscienza sincera delle potenzialità di una rete di librai di Bologna e dintorni che si sente e si incontra quando riesce nel poco tempo libero a disposizione, che si conosce e si stima reciprocamente, non vedendosi tanto come concorrenti professionali ma come colleghi in una stessa scelta di vita.

Amen. So che anche voi due vi siete conosciuti con una sorta di colpo di fulmine sul bus andando a lavoro. Avete fatto diversa strada insieme da allora, direi, e siete una delle pochissime realtà in cui ci sono due soci ‘alla pari’ entrambi i librai. Mi sembra che tiri un’ottima aria qua dentro, qual è l’ingrediente segreto?

A: Siamo amici da otto anni più o meno, che per una città in cui le cose e le persone cambiano velocemente come a Bologna è considerabile a tutti gli effetti un’amicizia storica. E pensa – ora me la gufo – che in tutti questi anni non abbiamo mai litigato! [ride, ridiamo] Forse perché a entrambi piace essere parte del quartiere, stare in movimento e vicino a dove accadono le cose di cui vogliamo far parte… Così, partendo da questo grande presupposto comune, alla fine visioni anche inizialmente divergenti si appianano con il dialogo.”

P: Esattamente. E soprattutto, entrambi abbiamo capito fin da subito che per stare qui dovevamo entrare sempre più nel vivo di come funziona la Bolognina, cosa da cui non si può prescindere. Per questo non abbiamo mai preso e mai prenderemo in considerazione di aprire altrove, perché non ci vediamo per niente in un luogo diverso da questo. Che poi una volta che ci sei dentro le cose succedono… Questa è davvero una strada molto viva, e noi vogliamo stare vicini e dentro alla vita.

Avreste mai creduto di finire a lavorare in una libreria insieme, e per di più vostra?

A: Questo per noi è da sempre stato il sogno. Sai una di quelle cose che dici del tipo: “se cambio vita apro un chiringuito a Cuba”? Ecco, noi non abbiamo ancora del tutto cambiato vita, diciamo che abbiamo accorpato entrambi due vite in parallelo, ma ce l’abbiamo fatta. Anche se a volte ci troviamo a guardarci ancora increduli, e combattiamo quotidianamente contro una potentissima sindrome dell’impostore… 

G: Per quella temo non ci sia rimedio, ma se vuoi ti do un pizzicotto e ti assicuro che è tutto vero. Anche perché siamo qui, letteralmente circondati da libri.

P e A: Lo sappiamo, eccome se lo sappiamo. Lo spazio è piccolo ma col tempo stiamo imparando a gestirlo bene, stiamo acquisendo il mestiere. Da poco abbiamo messo anche il bancone al centro con le ruote per poterlo spostare quando facciamo eventi in libreria. Per dire, due cose che non ci aspettavamo ma che abbiamo scoperto man mano con l’esperienza: le presentazioni con la presenza, anche solo online, degli editori invece che dei soli autori sono molto seguite, così come la chat in cui scegliamo il libro del mese per il nostro gruppo di lettura. Spesso anzi sono i lettori stessi a suggerisci con entusiasmo alcuni titoli, e anche a sollecitarci se ci perdiamo un po’… 

E invece che mi dite del catalogo della vostra libreria? Vedo che c’è letteralmente un po’ di tutto. Dai manga agli illustrati, dalle raccolte di racconti alla saggistica antropologica.

A e P: Sì, c’è un po’ di tutto, e tutto è ponderato e frutto di una scelta comune. Qui una buona metà è fatta da libri per l’infanzia, e l’altra è divisa per tematiche e aree geografiche tra saggistica e narrativa. E poi ci sono gli imprescindibili, i nostri pilastri di catalogo. Entrambi, che di solito abbiamo gusti piuttosto diversi, su questi titoli siamo da sempre stati super allineati, e infatti non possono mancare. Per dire, abbiamo amato molto il romanzo bulgaro Cronorifugio di Gospodinov (Voland), la raccolta di racconti Sacrifici umani di Ampuero, autrice equadoriana (Gran Vìa), e i due volumi illustrati per bambini Bruno l’astronauta e Lina l’esploratrice (Settenove), che riteniamo fondamentali per aiutare i bambini a costruire un rapporto positivo con il proprio corpo a partire dall’infanzia. E poi c’è un’altra cosa su cui siamo decisamente allineati: riuscire un giorno a realizzare il sogno definitivo e avere questo come unico lavoro… Ma per il momento acqua in bocca.

Tranquilli, non lo dirò a nessuno. Nel mentre eccoci quasi alla fine… E quindi, venendo a noi: come ve la passate? 

A e P: Con estrema sorpresa, le cose stanno girando abbastanza bene. Diciamo questo tutti i discrimini del caso, primo fra tutti il fattore tempo. Siamo una libreria relativamente appena nata, che non ha subito la botta negativa dello smantellamento del decreto Franceschini, per dire, perché ne abbiamo potuto usufruire per solo un anno. Al momento siamo in curva di crescita attiva, e questo ci basta per dire che per ora abbiamo vinto la nostra scommessa. Non possiamo ancora fare un raffronto con gli anni passati, ma non preoccupatevi: siamo qui per rimanere, e tempo per fare ulteriori bilanci non mancherà.

P: “E comunque non è vero che non litighiamo mai.”

[risate e vino bianco]