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Cosa ne sarà di Piazzale Loreto

Uno degli snodi di traffico più affollati s’appresta a diventare una piazza pubblica, e c’è il bando per l’immagine coordinata

Scritto da La Redazione il 3 marzo 2022

Ormai lo sappiamo tutti. C’è una grossa aria di cambiamento in città: dobbiamo attendere soltanto qualche anno per vedere come Milano sarà cambiata, modellata dal volume immobiliare che s’appresta a rivoltarci l’urbe come un calzino. Vi basti pensare ai progetti inclusi in C40 Reinventing Cities, che attorniano il centro in punti più che strategici e più che storici, da Scalo Lambrate all’Ex Macello del Fu Macao fino a Crescenzago e da lì al nodo ferroviario di Bovisa, ma passando per uno spot in particolare: Piazzale Loreto.

Quel luogo che in sé e per sé è un monumento storico alla Liberazione, al ribaltamento di un sottosopra, un ingorgo affollatissimo di traffico, un raccordo tra le vie più celebri di Milano Nordest – Buenos Aires, Viale Monza, Via Padova e Porpora – si appresta a diventare una piazza pubblica, verde e commerciale, frequentatissima pare. Un raccordo tra quartieri.

Un hub flessibile, con le suggestioni e gli hype che negli ultimi tempi hanno accompagnato le iniziative degli spazi ibridi in città.

Quella che sarà la nuova Loreto, la chiamano “Piazza a Cielo Aperto” – che a parere nostro ha il sapore della simpatica tautologia, d’altronde: chi se la immagina mai una piazza chiusa al cielo? Ovviamente il Piazzale sarà all’aperto, e a essere sgomberato sarà il traffico: l’idea di base del progetto è quello di diventare un hub flessibile, con le suggestioni e gli hype che negli ultimi tempi hanno accompagnato le iniziative degli spazi ibridi in città. Non per niente la sigla del progetto è LOC – Loreto Open Community.

Nel complesso, LOC, vorrà essere un collettore di iniziative sociali e commerciali disposto alla stregua di un’oasi in città, con tanto di piccola foresta con arbusti ad alto fusto per mitigare il caldo – in pratica non c’è ombra lì – e assorbire, come sempre, un poco di CO2. L’iniziativa si pone poi come hub di quartiere, un luogo pubblico che vuole essere nel bel mezzo di quell’immagine che sta un po’ guidando i mutamenti di Milano da un paio d’anni, l’oramai celeberrima “città dei 15 minuti”.

Per cui la parola d’ordine è, come sempre: prossimità. Il che implica un coinvolgimento diretto, almeno in parte, su alcuni degli aspetti che andranno a comporre Piazzale Loreto. Tra questi, Nhood, lancia una call ad agenzie, studi creativi e professionisti per trovare chi andrà a realizzare l’identità visiva di Loreto Open Community, con una e una richiesta soltanto: dovranno abitare lì intorno, tra Casoretto e Centrale, tra Turro e Buenos Aires, ma tutte le informazioni dettagliate le trovate qui: www.loretoopencommunity.com.