Ci siamo, è arrivata la Milano Design Week, ovvero il momento più magico e democratico dell’anno. Non importa se il tuo salotto sfoggia l’iconico divano Soriana o una Parentesi di Flos, oppure se hai arredato tutto con un colpo di shopping da IKEA o recuperando pezzi dalla cantina della nonna: la Design Week è il grande equalizzatore, il punto d’incontro tra design, arte, moda e musica. Per una settimana la città si trasforma in un laboratorio a cielo aperto, dove l’inaspettato prende forma e l’unconventional diventa la norma. Camminando per le strade di Milano, tra installazioni e pop-up show, capita di ritrovarsi a scambiare idee con designer internazionali davanti a un drink, in un melting pot creativo senza paragoni.
Ma tra vernissage esclusivi, eventi immersivi e situazioni che diventano feste, il rischio di sentirsi spaesati è dietro l’angolo. Navigare il fitto calendario della Design Week richiede strategia, ed è qui che entra in gioco Timberland che, per questa edizione, ha scelto due insider d’eccezione per guidarci tra gli eventi imperdibili della settimana: Valentina Pegorer e Fabio Weik.

Valentina Pegorer, attrice, conduttrice, dj e qualcosa di più, è un volto decisamente noto del grande e piccolo schermo, con una personalità forte, libera e che nello stile mescola streetwear e influenze vintage. Appassionata di musica e arte riesce a interpretare le tendenze con naturalezza affermandosi come una delle voci e dei volti più interessanti nel panorama contemporaneo. Nota per i suoi mix eclettici di house, techno e deep disco, è diventata una figura influente nella scena della musica elettronica, esibendosi nei migliori club e festival, oltre a essere un nome riconosciuto nell’industria della moda.
Fabio Weik, creativo e storyteller, è un esperto di tendenze e cultura urbana. Artista multidisciplinare è un punto di riferimento nel mondo della creatività. Fondatore di Weik Studio e membro dei collettivi @interplay_crew e @tdk_crew, ha costruito la sua carriera fondendo graffiti, design e moda, trasformando gli spazi urbani in tele d’arte e sperimentazione.

Versatili e perfette per ogni occasione, le Boat Shoes si adattano a infinite possibilità di styling, dall’eleganza rilassata al look urbano più dinamico.

Per questa Design Week, Timberland ha scelto Valentina e Fabio per selezionare i sette eventi imperdibili da vivere rigorosamente con ai piedi le iconiche scarpe da barca Timberland, simbolo di versatilità urbana. Perché diciamocelo, tra le vie acciottolate di Brera e le maratone di eventi a Lambrate, un buon paio di scarpe adatte a ogni occasione è la scelta perfetta.

Negli ultimi 50 anni, Timberland ha costruito la sua reputazione sulla passione per l’artigianalità, l’innovazione e uno stile adatto a tutte le condizioni atmosferiche. A partire dal 1973 quando ha rivoluzionato il mondo delle calzature con l’Original Yellow Boot e, pochi anni dopo, quando ha riscritto le regole delle scarpe da barca combinando tecniche tradizionali con stili moderni e creando nuove icone come la Timberland 3-Eye Lug Handsewn e la 2-Eye Lug Boat Shoe. Versatili e perfette per ogni occasione, le Boat Shoes si adattano a infinite possibilità di styling, dall’eleganza rilassata al look urbano più dinamico. Un classico intramontabile da interpretare in modi sempre nuovi. Dalle sfilate ai festival, dagli eventi più esclusivi alle avventure quotidiane, Timberland rimane il compagno perfetto e versatile per chi vive la città senza compromessi e con un tocco di leggerezza.

NOME COGNOME: Valentina Giorgia Pegorer
PROFESSIONE: Dj e Communication Catalyst
CITTÀ DEL CUORE: Las Vegas
ALBUM DELLA VITA: per dirne uno “She Wants Revenge – She Wants Revenge”

Design Week: vince la praticità o l’estetica?
Io sono per il rimanere fedeli a se stessi, qualsiasi delle multiple personalità si svegli quella mattina.

Se la Design Week fosse un videoclip musicale, che estetica avrebbe?
Mi piacerebbe provare a unire l’universo onirico scultoreo di Bruno Weber e del suo parco a Dietikon con la dicotomia raccontata nel film They Live. Insieme, raccontano perfettamente il frullatore della Design Week.

Se potessi portarti a casa un pezzo di design da qualsiasi evento, senza conseguenze, quale sarebbe?
Ma il bello di questa domanda è proprio pensare alle conseguenze, ho un approccio troppo punk per voler far andare le cose bene! Da qualche mese frequento un corso come apprendista ceramista, quindi sceglierei qualcosa sviluppato attorno a questo materiale, come un’opera di Hiroshi Okuno (ref). Pop ma con anima dark, come me.

Qual è il dettaglio che ti fa capire subito se un evento è hype o solo fuffa?
Il dettaglio sta proprio in questo: dove non gira hype. Nel mio approccio all’arte, cerco sempre di stare lontana dalle situazioni mainstream e farmi trasportare dalla ricercatezza delle situazioni. La qualità della musica nel mio caso fa sicuramente la differenza e troppo spesso hype è un termine che associo a scarsa qualità.

Qual è il tuo momento preferito della giornata per vivere la Design Week?
Il mio momento preferito è quando riesco a concedermi finalmente un bicchiere di vino dopo aver suonato per un evento e sono a casa o al bar con Fabio Weik che mi racconta, tutto entusiasta dal suo punto di vista artistico – da cui prendo grande ispirazione – quello che ha catturato la sua attenzione durante la giornata in Design Week.

Due parole per definire il tuo stile?
Disinvolto ma curato. Alla fine sono i dettagli che fanno la differenza. Le Boat Shoes sono un item senza tempo che posso usare in tutti miei look.

Qual è la tua pizza preferita?
Margherita, stile romana.

Qual è il colore che ti rilassa?
Nero.

NOME COGNOME: Fabio Weik
PROFESSIONE: Artista multidisciplinare, Direttore creativo
ARTISTA PREFERITO: Anselm Kiefer
CITTÀ DEL CUORE: New York

Qual è l’evento della Design Week che non perderesti mai?
Gli eventi in 5VIE, per gli amici che ci lavorano. E poi sono curioso di vedere cosa hanno combinato i Bruther.fbx.

Cosa trasforma un evento della Design Week da “meh” a “wow”?
La contaminazione eccessiva tra design e arte visiva è un “meh”, perché spesso li indebolisce. Un evento della Design Week deve mantenere il focus sul prodotto e sulla progettazione, con un’alta qualità materica. Il vero “wow” sta nella verità, senza artifici di comunicazione o forzature.

Se dovessi creare un’installazione per la Design Week, quale sarebbe il concept e in che spazio la metteresti?
Non mi interessa mettere il mio lavoro in relazione a un uso funzionale, creo solo glitch emotivi. Farei un intervento che contamina visivamente un ambiente naturale, unendo nuovi media e rifiuti, per creare un cortocircuito tra bellezza e degrado. Mi affascina il modo in cui la natura si riprende i suoi spazi, mettendo in discussione il confine tra artificiale e organico. Vorrei sensibilizzare sul conflitto tra sovrapproduzione e fragilità ecologica, esplorando il concetto di paesaggio post-naturale e riflettendo sull’impatto umano.

Qual è stato l’evento più strano o inaspettato in cui sei finito durante una Design Week passata?
Quando la tensione cala, i disallestimenti si trasformano in party improvvisati tra gli addetti ai lavori. Lontano dalla formalità degli eventi ufficiali, succedono cose che è meglio non raccontare — con personaggi del settore decisamente noti che si lasciano andare più del previsto.

Se il tuo outfit per la Design Week fosse un pezzo di design iconico, quale sarebbe?
La Chaise Lounge LC4 Noir di Le Corbusier, Jeanneret e Perriand. Nera, minimal e brutalista, è l’oggetto perfetto per la psicanalisi moderna. Un’icona di introspezione pop, un equilibrio tra struttura e concetto del pensiero.

Due parole per descrivere il tuo stile?
Sono versatile, ma vesto sempre total black. Il mio stile varia in base al lavoro in studio: quando diventa troppo elaborato, tra macchie di vernice e spray, ritorno al total black. Tipo le lavagne delle elementari.

Qual è la tua pizza preferita?
Zola e salame piccante: droga.

Qual è il colore che ti rilassa?
Nessun colore, solo nero.

I sette eventi da non perdere:

1 Convey – Via Rosolino Pilo 14
Aggiunge gli spin off Bar e Market e si sposta in Porta Venezia per portare sulla scena la nuova stagione del design delle young guns.

2 ICA Milano – Istituto contemporaneo per le arti – Via Orobia 26
Un’installazione site-specific pensata dal designer James Morrison, una mostra con sonorizzazione di Nicola Ratti per otto meraviglie architettoniche realizzate con modellini di vetro e la mostra dell’artista Cemile Sahin.

3 Superdesign Show ℅ Superstudio Più Via Tortona 27
Una passeggiata tra l’archeologia industriale e una miriade di progetti, tutti dedicati al tema felicità.

4 Very Simple: Pizzeria – Via Bartolomeo Eustachi 13 (suggerito da Valentina)
Un luogo dove design e gastronomia si incontrano. Il locale trasforma look con gli arredi Noo.ma e due moduli di cucina freestanding Very Simple Kitchen.

5 Unseen Bar – Via Ronchi 13 (suggerito da Valentina)
Un cocktail bar atipico ed estetico, dove l’esperienza visiva si fonde con quella sensoriale.

6 DOPO? – Via Carlo Boncompagni 51/10 (suggerito da Weik)
Il trio di architetti Sbagliato e l’artista e musicista sperimentale Caterina Gobbi firmano un rifugio temporaneo dalla frenesia delle “week” milanesi.

7 Nodo Bar – Via Marco Aurelio 8 (suggerito da Weik)
Un nuovo bar di quartiere aperto dalla mattina, per colazioni, alla sera, per cene, cocktail e vini. Tutto accompagnato sempre da ottima musica con live jazz (giovedì 10 Giulia Musicco Quartet) e i live dj set di Radio Raheem.

La Milano Design Week è un viaggio tra innovazione, creatività e connessioni. Grazie a Timberland e ai consigli di Valentina Pegorer e Fabio Weik, hai la guida perfetta per viverla al meglio. Senza alcun dubbio su cosa mettere ai piedi, lasciati ispirare dalla città che sa essere il centro del design mondiale. Il nostro suggerimento è di passare anche dallo store Orefici11 per ricevere un esclusivo regalo Timberland.